domenica, dicembre 21, 2008

Cazzarola... sono d'accordo con loro

...ma non ho fiducia nel PD



Onestà intellettuale significa essere profondamente sinceri soprattutto con se stessi. La politica è intrisa di falsità e disonestà intellettuale. Anche tra i giovani. A volte si interpreta il politico intellettualmente disonesto anche quando non si vuole. La retorica di partito te lo impone. Mantenere autonomia di pensiero è difficile. Davvero. E' ancora più difficile coniugare autonomia di pensiero, consapevolezza e lealtà al partito (che non è assolutamente un disvalore, ma una virtù).

Ieri si è tenuta a Roma l'assemblea nazionale dei Giovani Democratici. Ho visto le loro facce. Le conosco. Belle facce. Sincere, pulite, entusiaste. Erano come quelle che ho visto io per tanti anni. Ma di loro... chi riuscirà a continuare in maniera pulita, senza leccare il culo a nessuno? E chi, soprattutto, riuscirà a dare un verso diverso alla politica nazionale, o almeno interno al PD? Finora mi è parso di capire che l'accettazione - a volte fanatica - della linea dei "capi" nazionali, dei big, dei leader "democratici" fosse la conditio sine qua non per far carriera ed avere "premi" alla fedeltà.

Tutto questo mi avvilisce. Questa è una politica escludente: che esclude i sogni, che esclude la passione, quando questi vogliono davvero modificare l'esistente e deviare la traiettoria. L'inerzia, in questo mondo, è la forza più grande che ci sia. E l'attrito non fa che arrestare le forze minori del cambiamento.

La domanda è: continuare a nutrire speranza per il futuro è sano o piuttosto è preferibile elaborare una forma di rassegnazione "matura", che rinuncia alla speranza e costruisce solo il presente? E' da tanto che non leggo commenti sul mio blog (molto meno curato di prima), ma non vi nascondo che mi piacerebbe potermi confrontare su questo tema.

Buone feste :)

domenica, dicembre 14, 2008

Smells...

...like teen spirit

Ho sentito in auto questa canzone e nel primo momento libero dopo non so quanto tempo ho deciso di scriverlo qui e di condividerlo con chi leggerà questo post. Non aggiorno il blog ormai da diversi giorni. Smells Like Teen Spirit per me significa tanto. Significano tanto per me i Nirvana, Kurt Cobain e persino Patti Smith (che sembra non c'entrare un cazzo con tutto il resto). Eppure tutto ha un filo logico nella mia testa.

O meglio... il senso non mi è ancora chiaro, però Smells Like Teen Spirit, i Nirvana, Kurt Cobain, Patti Smith, la mia vita a Roma, il mio passato in Puglia, le mie nottate a lavoro, Chris McCandless (leggetevi "Nelle terre estreme"), i gabbiani sui lampioni di piazza dei cinquecento e tutto il resto dei pensieri che faccio e delle cose che vivo deve avere un senso. Ed io sono intentenzionato a trovarlo. Per questo penso che la vita sia un continuo cercare frammenti, per poi fermarsi a rattopparli ed a farne una vela.

Alla fine tutto dovrà avere un senso, se noi saremo stati in grado di darne uno. Ovviamente la ricerca dev'essere attiva e non può limitarsi a subire input. 'Notte.



lunedì, dicembre 01, 2008

Siamo uomini di Erdam

non è certo peggio della TV spazzatura


martedì, novembre 25, 2008

La bancarella del Gianni

Straordinariamente RIPUGNANTE



Non lo so, non lo so cosa dire. Non lo so cosa aggiungere. Forse basta dire solo poche parole: in questo video si denuncia quello che più detesto.

'Notte.

giovedì, novembre 20, 2008

Tutti sanno tutto...

...MAX POSIX

Non posso aspettare domenica per pubblicarlo, quindi utilizzo la pausa pranzo per scrivere. Da molto gli avevo suggerito/chiesto di pubblicare su YouTube i suoi pezzi. Finalmente posso pubblicare un post dedicato a lui e alla sua musica. Acuto, pungente, autoironico, provocante, (falsamente) cinico, originale e divertente. Max Posix. Molfettese doc, trapiantato a Roma. Si è trasferito lui, con le sue chitarre e la sua creatività. Non vedo l’ora di poter pubblicare il suo GRANDE “Suono solo per il mutuo” (che potete comunque ascoltare sul suo myspace: www.myspace.com/maxposix ).

Sul tema dell’ultimo pezzo… beh… la comunità virtuale avrà da rifletterci su :)



martedì, novembre 18, 2008

Quando uno è pagliaccio...

...non perde l'occasione per dimostrarlo



E dai. Dai, dai... basta. Non sta al parco giochi, non è in gita a Gardaland. E' il nostro primo ministro, cazzarola. Vabbè, vabbè... facciamoci quattro risate. Tanto per rinfrescarci la memoria, vi giro quest'altro video.


Led Zeppelin...

leggenda

Questa notte vorrei regalarvi il ricordo di una leggenda. Il 18 novembre del 1971 viene pubblicato un ulteriore capolavoro dei Led Zeppelin. L'album, senza nome, viene ricordato come Led Zeppelin IV. Black dog, Rock and Roll e... la sublime Stairway To Heaven.



'Notte

lunedì, novembre 17, 2008

La qualità della vita...

da misurare nel cemento

Vi giro uno stralcio di un articolo che un mio amico mi ha chiesto di scrivere per una testata on line locale (Molfettalive). Si tratta di una rubrica dedicata ai molfettesi che vivono sparsi per l'Italia. Una specie di pagina di diario. Almeno così mi hanno chiesto. Così ho scritto quest'articolo. Ma non sono proprio riuscito a parlare solo di Roma. Be'... se vi va leggete pure :)

Abito a 100 m dalla stazione Termini, a 70 da piazza della Repubblica, a 50 dal Viminale e a 30 dal Teatro dell'Opera. Beh, sì, sono in centro e questo comporta senza dubbio dei vantaggi. In primis i mezzi pubblici a due passi, poi la poca distanza dai luoghi eterni ed infine la vita in un quartiere ben servito e tendenzialmente sicuro (se ci si tiene alla larga da alcuni vicoletti). Ovviamente Roma non finisce all'Esquilino (il mio quartiere, appunto), ma si distende ancora per chilometri e chilometri di segreti da scoprire, di strade e palazzi che hanno ospitato una quantità incredibile di storie e persone. Sto parlando di Roma, senza parlare del fermento culturale, delle opportunità di entertainment, della vivacità e della varietà dei locali. Basta pagare e si ha tutto ciò che si desidera. Roma è una città strepitosa (e non c'è certo bisogno che lo dica io). A patto, però, che si sia disposti a sorvolare sugli aspetti negativi.

...

Il resto su Molfettalive.

domenica, novembre 09, 2008

Gardenya

il gioco che si evolve



Negli ultimi anni che ho passato in Puglia ho conosciuto tante persone con un sogno nel cassetto. Tante persone che con caparbietà e creatività hanno continuato a coltivarlo ed a crescere. Tra queste persone ci sono senza dubbio i Gardenya. C'è Nico. C'è Marco. E' stato davvero bellissimo poter trovare questo video su YouTube. In realtà ne ho visti molti altri, prima di scegliere. Ed ho pensato a tutti i discorsi fatti - raramente eravamano del tutto lucidi - tra un concerto ed un'iniziativa. Ho pensato a tutta quella bella energia che attraversa i Gardenya. Forza ragazzi.

PS: Ma avete capito chi è il barbiere pazzo del video? Ahahaha... GRANDE!!!

venerdì, novembre 07, 2008

Giovane, bello e abbronzato

che vergogna...



E se ieri mi si stringeva il cuore, sentivo un nodo in gola e non avevo parole per la vittoria di Barack Obama, oggi le parole mi mancano per la vergogna. Ancora una volta. Ma ci sarà un limite al pudore? Ormai temo di no: tutto è possibile anche in Italia. Proprio tutto... Sì, sì... siamo proprio come gli USA. 'Notte.

giovedì, novembre 06, 2008

Cazzarola... OBAMA ha vinto

potrei cominciare ad amare l'America



Io non ho parole. Obama ha vinto. Obama ha dimostrato che nulla è impossibile negli USA. Davvero... è vero. La superiorità della coalizione (del popolo) progressista è schiacciante. Obama ha rappresentato la speranza di milioni di persone. E continua a rappresentare il bisogno di progresso sociale e politico di tutto il pianeta. C'è da commuoversi, cazzo. E' vero: il sogno di Martin Luther King si è avverato (come scrive Repubblica di ieri). Ora, però, le speranze devono tradursi in alternativa. Alternativa politica, economica, sociale. Non sarà per niente facile. Però
questa volta - e possiamo dirlo ad alta voce - la parte più difficile è fatta.

mercoledì, novembre 05, 2008

Adda finì a nuttata

OBAMA, scrivi la storia

Non è indifferente la vittoria dell'uno o dell'altro. Non lo è per le vite di tutti noi. Non lo è perchè io non voglio vivere in un'epoca di guerra. E voglio che i miei figli conoscano solo la pace. Gli USA non sono una Nazione come tante altre. Gli USA sono la Nazione più importante del mondo. Tanto importante da dettare la legge. La legge della guerra e la legge della pace.

Non amo l'America, non amo il potere degli USA. Ma ignorarne la presenza sarebbe assolutamente disonesto. Sono trepidante. Sento una grande responsabilità per questo voto che non contribuirò a costruire. Non amo i miti, quindi non amo l'immagine dei miti. Ma oggi Obama significa ridare potere al popolo. Oggi Obama significa ribaltare i rapporti di forza, ribaltare le regole della politica. Se vince Obama i gruppi dominanti dovranno fare i conti con un mondo più evoluto ed emancipato.

Non mi faccio illusioni, ma se vince Obama diventa legittimo persino pensare ad un mondo migliore.

mercoledì, ottobre 29, 2008

Puglia international

Vabbè... con qualche forzatura...






In realtà questo non mi è mai piaciuto, però visto che ha abbinato la molfettesità agli UK... ha guadagnato un bel po' di punti :P

domenica, ottobre 26, 2008

Dove nasce la società?

nella classe (entre les murs)

Sì, sì... è un po' una forzatura. Ma ci sta tutta. La forzatura. La scuola è il primo momento in cui l'individuo si confronta in un contesto autenticamente plurale. Socialmente, culturalmente e politicamente plurale. Senza mediazioni. Un ambiente teoricamente protetto, ma pur sempre vero. La Classe, Palma d'oro a Cannes 2008 come miglior film, rappresenta la babele della nostra socità.

Laurent Cantet (il regista) dice del film "Desideravo mostrare la scuola in tutta la sua complessità contemporanea: i ragazzi non imparano nulla e i professori non sono sempre certi che ciò che fanno sia giusto". In realtà la pellicola va oltre. La società contemporanea non è in grado di comunicarsi: ciascuno non ha che il proprio ruolo da giocare meccanicamente, diventandone schiavo. Lo scarto generazionale, sociale e culturale (/razziale) è troppo grande per essere colmato dall'indifferenza del realismo.

Il film è forte, perché riesce a farci immaginare con precisione una realtà che i più in Italia (me per primo) non conoscono. Almeno per quanto riguarda le sfumature razziali. Per il resto non credo che cambi molto in qualsiasi alta periferia del Paese.



Mi sono chiesto più volte, dopo aver visto il film, cosa avrebbe pensato la Gelmini nel vederlo. Mi è venuto da ridere.

E poi... mi sono detto anche che... che mi sarebbe piaciuto fare l'insegnante. E' un mestiere nobile, almeno quanto difficile. Forse è per questo che più della metà degli insegnanti non hanno ancora capito che mestiere fanno.

venerdì, ottobre 24, 2008

la giovane Puglia

cresce sotto la cenere

La settimana scorsa avevo inaugurato una rubrica: ogni lunedì avrei promosso musica emergente. Questo lunedì, però, ero in Albania. Ad arricchirmi. Ovviamente non ho scritto niente sul blog :)

Beh, la ricchezza che si guadagna fuori dalla propria terra è preziosa, straordinaria. E' bellissimo conoscere, scoprire, capire, confrontarsi. E' meraviglioso immergersi nel mondo. A patto, però, che questo non ci squagli in un indistinto sugo di niente. A patto che viaggiare, conoscere, serva a crescere, ad essere migliori.

In ogni caso fa bene guardarsi indietro. Soprattutto quando si scopre che la propria terra continua a produrre ricchezze, nonostante l'inquinamento morale e culturale del nostro tempo e della nostra politica. Recupero oggi la rubrica (parlando di una giovanissima e bravissima - anche se forse un po' acerba - musicista di... Bisceglie). Forza Erica.






mercoledì, ottobre 22, 2008

Nella Repubblica delle aquile

i giovani parlano minimo tre lingue

Parliamo dell'Albania. Sì: parliamo degli albanesi. Albanese... si pronuncia quasi con vergogna, una parola che ormai si utilizza persino a mo' d'offesa. E' capitato anche a me, in Italia, di ricevere l'appellativo di "albanese" - visto che sono pugliese -, oppure... ho ascoltato diverse volte battute su gommoni e abbigliamento albanese. Sì: per gioco. Per scherzare sulla Puglia che ha accolto decine e decine di migliaia di persone albanesi. Intanto però... si giocava con le parole e le parole sono pietre.

Beh... io l'Albania l'ho vista. Ci sono stato solo tre giorni per lavoro e, ovviamente, non l'ho girata in lungo e in largo come mi sarebbe piaciuto. Sono stato a Tirana, in uno dei call center della mia società. E' stata un'esperienza umana e professionale straordinaria. Mi si è aperto il cuore. Questi ragazzi hanno voglia di fare, voglia di riscatto sociale. Studenti volenterosi, impegnati, talvolta di livello culturale non comune. Ciascuno conosceva almeno tre lingue (albanese, italiano e inglese). La TV Albanese fa poca produzione, ma trasmette cinema e TV italiana, inglese, tedesca con i sottotitoli in albanese. Sin da piccoli si abituano a confrontarsi con culture diverse.

Chiaramente non tutta l'Albania è così. Come in Italia ci sono le aree più sviluppate e quelle meno ricche. Tirana, alla fine, è la capitale di un Paese europeo (non è certo Asia l'Albania). Le nuove generazioni albanesi appartenenti al ceto medio sono in tutto e per tutto uguali alle nuove generazioni italiane. Dall'abbigliamento (anche se talvolta è molto vario e un po' anni '70. Ma solo a volte) fino agli interessi culturali. C'è di tutto. Parlano di calcio (tifano squadre italiane), deridono l'isola dei famosi e la Talpa, parlano con orgoglio della loro terra.

Personalmente considero un bene che l'occidente stia investendo in Albania: questo non è un aspetto negativo della globalizzazione. Peraltro in Albania ci sono forme di tutela dei lavoratori molto diverse da noi, ma comunque efficaci (su questo però vorrei documentarmi meglio). L'Albania, secondo me, è destinata ad avere uno sviluppo molto interessante nei prossimi anni.

Intanto... vorrei avere la loro conoscenza delle lingue. Vabbé... posso aspettare... finché il nostro premier sarà questo qui...





mercoledì, ottobre 15, 2008

Condanna a morte

per Roberto Saviano

C'è una canzone dei Modena che sentirei ogni giorno. Come una preghiera, come un monito. L'ho già messa qui su questo blog. "Cento passi". Un Peppino Impastato (non solo uno) in Italia lo abbiamo già avuto. Basta così. Roberto Saviano affronta a muso duro la camorra. Lo stato lo deve proteggere. E deve vincere questa guerra. La deve vincere perché Roberto Saviano ha svegliato l'orgoglio non solo di Casal del Principe, ma di tutto il Sud soffocato dalle mafie. Le mafie TEMONO la dignità della gente. E' per questo che vogliono ammazzare Saviano, perché Saviano ha puntato un occhio di bue dove prima c'era buio, silenzio, omertà. Dove la cultura del popolo osanna come eroi i cani bastardi che inquinano l'anima di una terra bella come la Campania.

Saviano ha scelto. La sua scelta è senza ritorno. La camorra non dimentica. Anche dopo dieci anni fa pagare il suo conto. Lo stato, le istituzioni, però, non durano dieci anni. Le istituzioni, lo stato ci sono. Sempre. 'Sta volta lo devono dimostrare.

Per il resto questo video, che tanto ci ha fatto sorridere da giovani, è una delle cose più orribili che sia stato mai prodotto. Rappresenta l'egemonia culturale delle mafie in campania. Quello che a noi fa sorridere, per la camorra è inno all'orgoglio ed alla dignità per il "mestiere" dell'assassino.


martedì, ottobre 14, 2008

11 ottobre a Roma

500.000 in corteo, ma nessuno ne ha parlato

Non devo ribadire qui che non sono un rifondarolo, che sono un riformista. Però l'11 ottobre ero nel corteo. Rosso. Intenso. Belle facce, bello spirito. Eppure, mi sembrava di essere ad un corteo di addio. Per ora ci sono i rimborsi elettorali e si sono potuti organizzare i pullman da tutt'Italia a prezzo politico, ma come si farà per i prossimi mesi, per i prossimi anni? Come si farà dopo le europee con vergognosa la legge elettorale che si sta scrivendo? Quella che non consentirà alla sinistra di entrare nel parlamento europeo. Tagliare i fondi, tagliare la rappresentanza, lasciare che la sinistra arcobaleno muoia. O PD o niente.

Non so come andrà a finire questa storia. Non lo so proprio. La mia speranza è che il PD si arricchisca di una parte della sinistra. Ricordiamolo a tutti i lettori di questo blog: il PD non fa parte del PSE. Nel PD la sinistra ha una cittadinanza clandestina. Vi lascio con questo video. Niente di particolare, solo immagini del corteo. Un corteo che ha condotto 500.000 persone in piazza. Vedremo cosa succederà con il PD. Io sarò ancora qui.


lunedì, ottobre 13, 2008

La Puglia che si fa sentire

deve andare fuori per farsi sentire

Ho deciso di inaugurare una rubrica su questo blog. Nel senso che ogni lunedì - per quanto mi sarà possibile - cercherò di proporre realtà artistiche emergenti. Soprattutto artisti del sud. Beh... soprattutto artisti pugliesi. In questo caso... sono emergenti per modo di dire. Molti già conosceranno gli Studio Davoli con il leccese Gianluca de Robertis alle tastiere. Da qualche mese l'ecclettico de Robertis in duo con l'incantevole voce di Alessandra Contini impazza su tutte le TV musicali con il nuovo progetto "Il Genio".

Probabilmente molti di voi già conosceranno il sound elettronico ed ammaliante di "Pop Porno". Per gli altri... accostatevi al video con humor e leggerezza.
Buon ascolto: anche questa è Puglia. Anche quando vive a Milano.



Per approfondire:
http://www.rockit.it/magazine/album.php?x=00008097
http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendid=129166621

venerdì, ottobre 10, 2008

E' arrivata la bufera

è arrivato il temporale

Se c'è una cosa che mi è sempre stata sul cazzo è la finanza. Soprattutto con quell'insulso aggettivo "alta". Sarà che sono alto 1.70 e in TV li prendono solo da 1.80 in su. Per carità... penso che comprare e vendere azioni sia legittimo, in qualche misura anche opportuno. Ma quello che si fa nelle borse è altra cosa. Tant'è che si dice "giocare in borsa". Giocare. Come puffare. Quando non sai che verbo usare puoi sempre usare il verbo puffare. In borsa si puffa. Si puffa sui risparmi dei poveri cristi.

La finanza è giusta e legittima nella misura in cui - appunto - finanzia l'economia reale. Tutto il resto è criminale, cazzo. Non esiste. Sono convenzioni arbitrarie da considerare alla stregua del regolamento di un Monopoli senza basi reali. Non so come spiegarlo, senza fare il catastrofista, ma le borse oggi sono diventate dei vespasiani dove tanti burattini muniti di vescica vanno a pisciare, pensando di espellere champagne. Un titolo può andare su o giù anche quando l'Azienda che lo ha messo in vendita è sana/sanissima. Non esiste collegamento.

Ma per produrre economia servono finanziamenti. La borsa li crea. Mi auguro che l'Europa non solo risponda in tempi brevi - prima che cominci la recessione che l'occidente subirà entro un paio d'anni - ma che stabilisca regole solide e serie perché i mercati finanziari non siano più i bazar che sono ora. Serve una nuova Bretton Woods.

E il PD abbia le palle di dire che questo capitalismo ha nuovamente fallito.


martedì, ottobre 07, 2008

Sfruttati a nero

ma gli illegali sono loro

Questo week-end sono stato a Caserta. Io e la mia ragazza ci incontriamo di tanto in tanto a Caserta, perché è a metà strada tra Molfetta e Roma. Sabato e domenica Caserta era immersa in un mare nero. Un mare di persone di colore che ha inondato le strade del capoluogo campano. Polizia, carabinieri, vigili urbani. E lavoratori. Tanti lavoratori. E' da domenica sera che volevo scrivere questo post, ma la sera arrivo a casa praticamente come uno zombie (con le faccende di casa da finire, visto che non le ho fatte nel fine settimana). Oggi mi sono imposto di scrivere. Perché domenica è stato davvero bello. Elenco, senza troppe riflessioni, le impressioni che ci siamo scambiati io e Lory nello stare nel bel mezzo dell'iniziativa.

- Erano praticamente tutti di colore. Noi e pochi altri eravamo bianchi (diciamo un 1%, escludendo le forze dell'ordine). Questo vuol dire che tutt'al più il casertano tollera, ma non integra. Ci sentivamo strani. Eravamo "diversi". Ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo capito come si possa sentire una persona di colore in mezzo a tante persone bianche. Eravamo diversi. E, nonostante i nostri studi, le nostre famiglie, le nostre storie ed il nostro orgoglio sentivamo di non avere le stesse cose che avevano tutti gli altri. Loro erano la massa, il gruppo, la normalità. Noi no.

- Molti di loro sorridevano. Erano felici. Si sentivano a casa. Nessuno di loro parlava italiano. Parlavano tra loro nella loro lingua. La presentazione del concerto è stata in inglese. Io e Lory abbiamo capito poco di quello che hanno detto dal palco. Molti di loro avevano capito tutto.

- Ho visto quattro coppie di ragazzi (uomini) di colore mano nella mano. Erano sereni. Potevano essere loro stessi. Gay e di colore, ma nessuno li giudicava: non dovevano nascondersi.

- Alcuni di loro erano vestiti in modo bizzarro. Nel senso che avevano abiti pseudo-occidentali, con improbabili abbinamenti tra giacche e pantaloni occidentali, come se volessero scimmiottare necessariamente gli italiani (perdendo un proprio stile). Altri erano vestiti in stile hip hop. Altri con abiti tradizionali della propria terra. Tutti sembravano essersi messi i vestiti della festa. Per loro era la festa.

- Io e Lory abbiamo discusso molto (quasi litigato) sul fatto che gli uomini e le donne di colore sono di un'eleganza impressionante. Per lei sono eleganti solo gli uomini. Per me anche (e non solo) le donne. Comunque tutti sembrano che passino una vita in palestra, ma in realtà sono solo nati così: eleganti e muscolosi :)

- Molti di loro avevano facce di lavoratori. Sono pesone che hanno DIRITTO ai DIRITTI. Gente che lavora tutto il giorno per sopravvivere e per far sopravvivere la propria famiglia di appartenenza. Tra loro ci sarà stato senza dubbio qualche balordo e farabutto, ma... pensate che se mettessimo insieme un gruppo di italiani di pari dimensione numerica, troveremmo meno balordi? Io no.

Peccato che sul tema dell'immigrazione non ho mai avuto il piacere di leggere un commento su questo blog.

giovedì, ottobre 02, 2008

Anno 0

eppure siamo tutti moderni

Mi sento sempre più retorico a parlare di immigrati. Mi secca, ma è così. Me ne sono accorto. A volte è così difficile passare dalle parole ai gesti quotidiani. Ho già parlato della paura che assale un cittadino romano quando vede un gruppo di migranti che gli si avvicinano. Se c'è una cosa che odio è l'ipocrisia. Per questo ribadisco sempre l'aspetto della paura. Non amo il manicheismo. In politica non esiste.

Però tutto questo balletto di preamboli mi permette di essere autenticamente vero quando dico che detesto la discriminazione, quando dico che occorre discernere per capire. La discriminazione nasce dall'assenza di discernimento. Le persone non sono uguali tra loro per un fatto di pelle, ma per una condizione sociale.

Anno 0 stasera si è occupata di razzismo. Tanti - troppi - episodi di immane violenza negli ultimi giorni hanno scioccato l'Italia (non tutta). Non sopporto più tutto questo. Eppure non ho ancora sentito una cazzo di risposta seria all'emergenza migranti (che poi significa emergenza povertà). Qualcuno potrebbe tornare a parlare ancora di voto amministrativo ai migranti con permesso di soggiorno? E di politiche per l'istruzione dei migranti (non lasciate agli enti locali). E di emergenza abitativa? E di progetti di integrazione? Tutto questo, sia chiaro, lo si faccia in concomitanza con le misure per la sicurezza e contro lo sfruttamento delle persone di colore.


mercoledì, ottobre 01, 2008

Gli hanno fatto l'occhio NERO

la violenza cerca giustificazioni

'Sta volta è toccato ad Emmanuel. Lo hanno picchiato perché è "negro". Poi l'hanno arrestato. Perché cercava di scappare. Sono state le forze dell'ordine. Emmanuel, 22 anni, aveva lasciato lo zaino di scuola in aula (scuola media superiore serale) ed era uscito a fare due passi. Ma lo hanno scambiato per un farabbutto.

"Per capire un popolo devi conoscere la sua gente". Questo è il claim di una campagna di immagine del brand "Romania". A me piace. Molto. Perché dice la verità.

Vi lascio a Camera Caffè. A proposito... le Iene non sono più le stesse.
'Notte.


domenica, settembre 28, 2008

Ban Ki-moon

...e chi cazz è?

Il fatto che sia sconosciuto ai più non è un caso. Ban Ki-moon, è il segretario generale dell'ONU. Sud Coreano, formazione americana in pubblica amministrazione, già ministro degli Esteri e del Commercio di Seul, è in carica da due anni e tra tre finisce il primo mandato. Ma non se lo caga nessuno. Se chiedete in giro chi è il segretario generale dell'Onu i più vi risponderà di non saperlo e qualcuno, magari, risponderà Mandela.

Se nessuno lo conosce c'è un motivo: gli USA volevano un segretario generale mediocre, senza forza. Gli USA volevano un burattino. Sono stati accontentati. Più volte su questo blog si è promossa la linea "new-global", incentrata sulla forza e sull'autorevolezza delle istituzioni internazionali, su una governance globale capace di contenere e regolare l'esuberanza dei Paesi più potenti. Agli USA questo, ovviamente, non piaceva. L'ONU è una rottura di scatole (ricordate la guerra in Iraq?) ed hanno provveduto a creare consenso attorno a questo birillino (Ban Ki-moon).

L'internazionale (sito: www.internazionale.it/home . L'internazionale è una testata giornalistica che seleziona i migliori articoli pubblicati in tutto il mondo nella settimana precedente. Ovviamente la selezione segue una precisa linea editoriale. Costa 3€) della scorsa settimana riporta un pungente articolo de "El Paìs" e mette il segretario generale in copertina, titolando "L'uomo invisibile". Diciamo che la figura pubblica di questo Ban ecc... viene sventrata. Il segretario generale (che non a caso scrivo minuscolo) è un mediocre burocrate ed è ben lontano da essere quel leader politico carismatico che servirebbe a tutto il pianeta. Ovviamente non se ne parla. Anzi... si dimentica. Dimentichiamocene...




venerdì, settembre 26, 2008

Alitalia VOLA

tra qualche giorno ci dimenticheremo tutto

Quante domande mi vengono in mente. In questi ultimi mesi sono stato tartassato da dubbi ed interrogativi su Alitalia. Non commento la decisione di Berlusconi di giocare la carta "cordata italiana" in campagna elettorale e la decisione dei sindacati di far cadere l'offerta di Air France. Non la commento perché è troppo grottesco e sconcertante per farlo. Però mi interrogo sul ruolo di CGIL (mio sindacato di riferimento), mi interrogo sulla incredibile ingordigia di quanti sanno di avere di più e non vogliono rinunciarvi, mi interrogo sul ruolo di Colaninno padre e sul ministro ombra del PD Colaninno figlio, mi interrogo sullo squallore della nostra classe dirigente.

Vabbe', mi godo il finale di matrix (grande, grande film. Lo so, lo so... c'è poco di intellettuale. Forse). Ma vi lascio questo simpatico video (nulla di entusiasmante, ma certamente simpatico).



'Notte

mercoledì, settembre 24, 2008

Niente post

il padrone di casa non paga le bollette


Be', sembrerà una cretinata, ma non posso scrivere post sul blog, visto che il mio padrone di casa - nonostante i 1500 € che intasca ogni mese da me e dai miei coinquilini - non ha pagato la bolletta di alice. Non funziona internet sto scrivendo rapidissimamente dall'ufficio.
Anche i vecchi tappeti ed il materasso all'ingresso sono da dieci giorni in casa, nonostante l'impegno a toglierli di mezzo quanto prima. Non parliamo dei materiali da muratore che sono rimasti in cucina per quattro o cinque mesi. Insomma... lui affitta le stanze, intasca i soldi, usa la casa come magazzino e considera chi ci abita come una bestia da mungere. A nero. Contratto?

Be'... "non c'è bisogno" dice lui.
... essere migrante significa anche questo.

lunedì, settembre 22, 2008

MatriMovie

sì: abbiamo toccato il fondo

Io non metto in dubbio che uno sia talmente felice per essersi unito in matrimonio con la propria/o campagna/o per desiderare di condividere la sua gioia con altre persone. Non metto nemmeno in dubbio che provetti registi possano immortalare su una pellicola scene e momenti indimenticabili. Sono anche convinto che mi divertirei non poco nel vedere "il filmino" del matrimonio di qualche mio amico (mi accontenterei di vedere almeno la foto di qualcuno che so io - e che legge il blog - in abito da cerimonia).

Però, cazzo, mi dite chi mai possa arrivare a far girare il film del proprio matrimonio al cinema? La vita non è un reality. E che cazzo: non c'è più religione (non dovrei essere io a dirlo). Povera Italia. Poveri noi.

In ogni caso, per chi non avesse afferrato, a Molfetta (la mia città) dalle poltrone del grande multisala Unicinema (10 sale) si potrà gustare il film del matrimonio di chi si presterà a questa immonda porcata. Sono convinto che parteciperà tanta gente figa. Gente da TV. Avete tutti un gran futuro d'avanti. Dai, dai, ché siete grandi! Prrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrrr

ERRATA CORRIGE: il cinema incriminato è l'Odeon, non il multisala. I'm sorry.


venerdì, settembre 19, 2008

Buon compleanno UMBERTO

...ma guarda un PO'

E Umberto Bossi oggi compie cinquantotto anni. Ora, tralasciando la sua avventura da cantante (con lo pseudonimo "Donato"), tralasciando i suoi studi ballerini (ma a differenza del figlio la maturità se l'è presa), sorvolando sui vari lavori improbabili che ha svolto ed evitando di discutere delle dichiarazioni della prima moglie sul Senatur... mi godrei semplicemente questo video.



E' proprio il caso di dirlo...



Eppure, non è una barzelletta (il "ce l'ha duro"), né un gioco alla playstation (il video promozionale della lega): questi governano ed hanno sbancato in quanto a consensi. E' evidente che ci sia qualcosa che non va... in chi s'è fatto fregare voti da 'sti esaltati.

In ogni caso, ancora auguri, caro Bossi.

mercoledì, settembre 17, 2008

Eppure NON dimentico

...quanti ne ho visti

Storie. Tante. Di ragazzi, giovani, pieni di energie, che fanno sacrifici allucinanti per sopravvivere. Spesso con il sorriso sulle labbra. Altre volte con la tristezza di sapere di doversi accontentare delle solite scatolette di tonno in offerta per secondo. Sacrifici, salti mortali. A volte con il proprio titolo di studio ci si può pulire il popò e si accetta di fare i lavori meno "stimolanti" (rimaniamo sugli eufemismi) pur di rimanere autonomi. A meno che non si accetti di vivere dai genitori fino a quarant'anni. Mese dopo mese, anno dopo anno si smarrisce la speranza e si perdono le energie. Svigoriti, provati e mortificati si diventa più docili. Alla fine è così.

Oggi per me è un giorno di gioia. Questo contratto a tempo indeterminato è stato un fulmine a ciel sereno. Positivo. Non me l'aspettavo (prima di luglio non ci pensavo proprio). Ma non dimentico tutti gli altri. E mi rattristo.


lunedì, settembre 15, 2008

Ho firmato

...

Sto rimbambito davanti alla tastiera cercando di scrivere qualcosa di sensato, ma non ci riesco (almeno senza essere melodrammatico). Ho cercato anche un pezzo che rappresentasse il mio stato d'animo, ma non l'ho trovato (dopo ho deciso di mettere il video che segue). Cerco il modo migliore per dirlo, ma capisco bene che le mie sensazioni non riuscirò mai a comunicarle a nessuno.

Non voglio portarla troppo per le lunghe... da mercoledì 17 non sarò più precario: ho firmato. A tempo pieno e indeterminato. CAZZO!!!



domenica, settembre 14, 2008

Morire a sprangate

a 19 anni

Devo ammetterlo: quando di sera sono solo in metro, o in bus, o per una stradina poco illuminata ho paura. I volti colorati in modo diverso dal mio, di notte, mi fanno paura. Di giorno no.

Con tutta la gente che c'è in giro sto tranquillo. Cioè, mi spiego meglio: di giorno tutto è normale. E' bello vedere come le piccole abitudini di ogni giorno, i piccoli bisogni non hanno età, non hanno colori. Anche soffiarsi il naso o leggere il giornale alla pagina della cronaca. E poi ognuno ha la sua storia. A volte storie tristi, altre a lieto fine. Mi piace poter scambiare qualche parola con le persone che hanno il colore della pelle diverso dal mio (ivi inclusi olandesi e svedesi). A volte lo faccio, più spesso non trovo il pretesto giusto. A volte sono turisti, a volte sono lavoratori. Migranti.

E' bello quando sono integrati. Quando si sentono cittadini veri. Uomini e donne che come tutti si svegliano la mattina per fare il loro lavoro, pensare alla famiglia, sperare in un destino migliore per i propri figli. Spesso - nonostante tutto - sono felici. Lo vedo per esempio al ristorante cinese vicino a casa mia (si può dire che è una specie di mensa di lusso per extracomunitari, o un ristorante per i giorni da festeggiare. Io ci sono stato qualche sera. Non ricordo di averci visto mai italiani bianchi).

A Roma si ha l'impressione, di tanto in tanto, che l'integrazione ci sia. Che sia vera. Dove abito io e nelle zone limitrofe molti negozi sono di ex extracomunitari (la maggior parte cinesi). Persone che da generazioni vivono onestamente in Italia e che ora hanno un'attività loro (come i nostri famosi parenti in USA, o Australia, o America latina, ecc...). Nei centri sociali, nei luoghi di festa ci sono tanti giovani extracomunitari. La mattina molti prendono il bus per andare a lavorare come faccio io. Insomma... normalità.

Ma la notte no: ho paura. Ho paura di essere aggredito, di essere minacciato per quei pochi spiccioli che mi porto addosso, oppure per l'abbonamento (costa 30€ ed è riutilizzabile praticamente da chiunque). Se vado ad uno dei due cinema vicino casa ci sono almeno 2 stradine quasi deserte e male illuminate. Per non parlare dei mezzi. Fobia sciocca? Razzismo latente? Stupidità? Be'... ho vissuto anche a Napoli (vicino rione Traiano... non so se mi spiego) e ho sempre temuto aggressioni. Sto attento e mi sono sempre detto che se mi dovesse succedere qualcosa le prendo, ma... anche l'aggressore qualche ricordo se lo prende. Parole troppo violente? E... lo so... la paura alimenta la violenza.

Il punto è che non voglio alimentare violenza, ma vorrei vivere in sicurezza. Anche io, senza essere della Lega o di AN. Ma la sicurezza potrebbe esserci solo se ci fosse vita serena per tutti. Il bisogno ed il disagio rendono violenti. Le famiglie di migranti integrati sono serene - se non felici -, perché hanno trovato dignità sociale ed economica. Questo è il primo punto all'ordine del giorno per qualsiasi politica seria per i migranti e la sicurezza. Perché anche io voglio la sicurezza.

Ora... non so cosa facesse esattamente nella vita Abdul G. (originario del Burkina Faso). Quello che so è che stamattina (domenica ore 6.00) è morto sotto i colpi implacabili di due uomini. Colpi di mazza e spranga contro il suo cranio. Immaginate: il cranio di un essere umano rotto dalle ripetute percosse con delle armi. Dure. Ricordate quando vi siete fatti l'ultimo bernoccolo? Faceva male, vero? Adesso immaginate quanta violenza su Abdul. Violenza omicida. Su un "negro". Forse un giovane lavoratore. Forse (forse: leggeremo nelle prossime ore) un teppista, forse un ladruncolo. Ma pur sempre un essere umano, che se rubava, sicuramente non era integrato (ed essere integrato significa poter essere felice).

Quanta violenza.
Vi lascio alle parole di Ascanio Celestini.



A propostito... Abdul era italiano.

(per approfondimenti: http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/milano-razzismo/aggredito-sprangate/aggredito-sprangate.html)

martedì, settembre 09, 2008

Mariastella...

anche tu hai i tuoi meriti? brava, brava...





Ho come l'impressione che l'autore del video sia un po' incazzato. Mi ha fatto morire... :D

Vabbe', comunque, sul tema della scuola occorre ritornare. E' un tema complesso e necessità di qualche riflessione in più, rispetto a quelle che il personaggio Gelmini possa suscitare. Per il momento registriamo solo il fatto che anche questa Signora Nessuno è diventata ministra per non meglio definiti meriti e qualità.

'Notte.

domenica, settembre 07, 2008

Nome in codice "3Zause"

la classe non è acqua, porca puttana!



L'arroganza più volgare e meschina è un'arte. Ed è per questo che considero il Sindaco/Senatore della mia città di provenienza un artista. Qui non c'entra la destra e la sinistra. Qui c'entra solo la classe e la sublime abilità di mistificare la realtà in modo talmente eccellente da mutarla nel momento stesso in cui la si descrive.

Adesso tutti sanno la "vera verità": a Molfetta ci sono dei Consiglieri Comunali che disprezzano le donne e per fortuna il Sindaco con tutto il popolo della libertà è intento a difendere i loro diritti (quelli delle donne). Quindi, donne molfettesi, state tranquille: adesso a voi ci pensa lui. Nel frattempo, però, state alla larga dai posti di comando e dalle poltrone. Nessuna donna Assessore, nessun incarico per le donne.

Ma come dicevamo, la verità non è quella che credete voi, ma quella che il boss detta. E nonostante la poca dimestichezza con l'italiano di molti protagonisti della scena politica cittadina, il dettato lo fanno bene. E' sorprendente, ma se chiedete agli accoliti di descrivere cosa successe quella sera in Consiglio Comunale vi diranno che il Sindaco è stato aggredito dall'opposizione. E che lui si è inalberato per difendere i diritti delle donne.

Che vergogna. E' vergognoso. Ma è la democrazia, sapete...

PS: Per il dialetto nel video... be', si ripetono in diversi modi coloriti le stesse due cose: "Statti zitto e vergognatevi".


venerdì, settembre 05, 2008

Aritmia Mediterranea

rumori di pace


Quando è cominciata non sapevo dove sarebbe arrivata. Parlo di Aritmia, ovviamente. Quando cominci un'avventura non ti chiedi come finirà, ma cosa ti aspetta dietro l'angolo. Ti chiedi come risolvere i problemi, come fare al meglio quello che c'è da fare. Quel da fare è l'ignoto che vuoi affrontare. Come organizzare i contatti, chiedere i permessi, gestire il bar, offrire il massimo delle opportunità di espressione per le band. Come fare a pugni con chi non ci pensa nemmeno a fare un festival (parlo dei sessantottini del partito). Pensi a come far arrivare i rumori di pace a più persone possibile. Io ci ho provato. Per un po'. Un bel po'.

Pensi e fai. Pensi mentre fai. Fai e basta. A volte fai e non pensi. Forse capitava spesso. Vabbe', comunque, quello che posso dire è che ne valeva la pena. Tra alti e bassi. Molfetta allora era un deserto e l'estate molfettese era pietosa come l'ultima estate molfettese. Io, invece, mi sentivo vivo. Forse Molfetta era ancora più pietosa di oggi (non c'erano il Blues e l'Arcobaleno: noti baretti locali centri nevralgici delle relazioni sociali giovanili). Bisognava fare qualcosa e noi la facemmo. Insieme.

A distanza di sei anni, con facce e teste quasi del tutto diverse, quell'avventura continua. E con lo stesso spirito: bisogna fare qualcosa e loro la fanno. L'Arci, ancora, c'è e fa quello che bisogna fare. Mentre la città sprofonda nel suo sonno indulgente e ipocrita. Ora potrei stare ore a scrivere mille elogi ad Aritmia e a chi la sta organizzando. Vorrei solo dire che tutta la città di Molfetta dovrebbe dire un GRAZIE gigantesco a questi ragazzi, che GRATIS si donano per la loro città, per i loro ideali. Al servizio della propria comunità. E attraverso la musica e la festa parlano alle persone e raccontano di un mondo diverso, migliore. Ma possibile, non un libro dei sogni.

Lo so, lo so... tutto questo è fuori moda, puzza di cazzata e sembra vagamente gonfiato. Invece tutto questo è assolutamente vero, profuma di speranza e soprattutto la moda è un'ottima cosa per chi ha poche idee.

Ma per me... tutto è ormai lontano...



In gamba ragazzi: inutile dire che vorrei essere con voi (e vorrei abbracciarvi tutti ad uno ad uno)!
'notte

PS: A proposito: per chi non sappia cosa sia Aritmia Mediterranea faccia un salto sul sito e sul myspace. Per chi non capisca il mio legame con Aritmia... date uno sguardo attento al sito della prima edizione (2003)...

PS2: Il video è stato realizzato da "Pablo e il mare", uno dei 15 concorrenti della prima edizione. Le immagini sono quelle del suo viaggio a Molfetta per Aritmia.

mercoledì, settembre 03, 2008

Fuffa

ma di moda



Oh mamma... ma non è che mi trasformerò anch'io in una macchina per produrre fuffa e che parla per sigle dal significato sconosciuto?

'notte...

martedì, settembre 02, 2008

Ritorno

alla normalità




Le parole sono di Silvano Agosti.
Vabbè... forse è ché oggi è stato il primo giorno di lavoro. Domani sarò più clemente con il padrone.
Buonanotte

lunedì, agosto 04, 2008

Casa per casa, strada per strada

Un saluto prima delle ferie.

Be'... avrete capito che con il caldo seguire il blog non sarà semplice. Giorni di mare e di sole. Vabbe', io non sono ancora partito. Ancora lavoro... Ma per poco :D
In ogni caso vorrei postare questo video.








Allora la sinistra aveva da dire qualcosa. Allora i riformisti (perché i comunisti del PCI degli anni '80 erano riformisti) avevano un vero progetto di cambiamento della società. O almeno ci provavano. Enrico Berlinguer se n'è andato dopo quell'ultimo comizio a Padova. Non vide il PCI superare la DC (superarla).

Allora non ci si vergognava della propria identità. Con linguaggio pulito, onesto, deciso Berlinguer se n'è andato nel giugno del 1984. Dopo cinque anni se ne andava anche il PCI. Non sono un nostalgico. E considero anacronistico, oggi, identificarsi in simboli e dichiarazioni comuniste (ché più delle dichiarazioni si può fare ben poco), mentre il capitalismo si è insinuato in ogni interstizio della vita quotidiana di ciascuno.

Però, dico io... è proprio necessario dimenticare completamente da dove veniamo e l'energia che avevamo un tempo? E' proprio necessario avere come massima ambizione quella di "governare bene", "governare meglio" l'esistente? Governare l'esistente e basta. Solo questo. Governare. Come la DC. Un tempo i comunisti sapevano di essere diversi. Oggi sappiamo - ogni membro del PD lo sa - oggi sappiamo che siamo tutti uguali per davvero. Uguali nella mediocrità.


PS: Chissà quando scriverò di nuovo. Nel frattempo, però, vi invito a sottoscrivere l'appello per promuovere il figlio di Bossi. Per firmare la petizione cliccate in fondo al blog.


martedì, luglio 29, 2008

Storie di CLANDESTINI

quando la vita vale poco



Da dove venite? Perché venite?

Quando i cugini di mio padre sono partiti per New York avevano una valigia di cartone (vera). Voi nemmeno quella. In USA i cugini di mio padre hanno fatto fortuna. Sono benestanti. Loro e i loro figli (i quali a loro volta hanno avuto dei figli, che di italiano hanno solo il cognome). Sono benestanti e rispettabili. Ma sono partiti con le valigie di cartone. Negli anni '60. Loro erano italiani. Non erano africani, albanesi, rumeni. Di italiani ce ne sono in tutto il mondo. Rispetto ad africani, albanesi e rumeni, i cugini di mio padre erano solo meno poveri.

Perché, clandestino, abbandoni la tua terra e affronti il mare, ostile, per venire qui in Italia, da dove fino a mezzo secolo fa la gente partiva per sopravvivere? Perché rischi di buttare in mare i tuoi figli, morti. Perché rischi di naufragare? Perché lasci la tua terra, per venire dove nessuno ti vuole (a parte chi ti deve sfruttare a nero per i lavori più umili e pesanti)? Perché sei nato meno uomo di altri uomini? E tu, donna, perché meno donna di altre donne?

Buonanotte.


lunedì, luglio 28, 2008

Vedere LONTANO

è così impopolare...

Sì, sì: cose dette e ridette, cantilene, filastrocche. Solo che queste parole sono state pronunciate - e immortalate - più di trent'anni fa.



Comunque non c'è da preoccuparsi: di sopravvivere si sopravvive...

Buonanotte.


PS: In fondo alla pagina potrete firmare la petizione per promuovere il figlio di Bossi. Mi sembra un'iniziativa meritevole di attenzione. Promuoviamola con impegno.

domenica, luglio 27, 2008

InFAUSTO destino di rifondazione

PRC: solo la r moscia non era in discussione (unico punto in comune dei programmi di Nichi e Ferrero)

Sono triste. Questa domenica si è consumato un nuovo dramma nazionale. Rifondazione Comunista si è spaccata. Profondamente. Rimane un unico partito. Per il momento. Ma le divisioni politiche sono importanti, sono divisioni di senso. Gli strascichi delle elezioni non sono ancora terminati. E' vero: il PD ha rimescolato le carte, lo scenario è cambiato. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. I cambiamenti sono epocali (epocali per l'Italia). Ovviamente un cambiamento non determina necessariamente una condizione di miglioramento. Rimescolare le carte è da intendere come per la tombola: si agita il sacchetto con i numeri e poi... quello che esce esce...

Be' io non sono un rifondarolo. Sono un riformista (radicale). E penso anche che Rifondazione Comunista in più di un'occasione si sia dimostrato un partito... ecco... direi conservatore. In più di un'occasione Rifondazione Comunista non ha fatto il bene del Paese. Secondo il mio punto di vista.

Tuttavia, Rifondazione, è stato un baluardo di buoni ideali e di buone persone. Rifondazione Comunista ha costantemente vegliato sui diritti dei cittadini e dei lavoratori. Ha fatto un grosso sforzo per applicare i propri modelli di lettura al mondo in movimento di questi anni. Rifondazione Comunista, a partire dai circoli di base, ha sempre cercato di fare buona politica. Le eccezioni ci sono sempre, certo. Ma sotto il profilo sociologico e culturale penso di poter affermare che i militanti di Rifondazione Comunista siano un patrimonio inestimabile per la sinistra e per il Paese. Per tutto il Paese.

Ma non è di sentimentalismi che vorrei parlare. Vorrei parlare della funzione di un partito di sinistra radicale nel Paese. A mio modo di vedere un partito ha senso solo se ha come obiettivo quello di governare. La vocazione all'opposizione è un vizio deviato per un partito. E questo non solo perché, in un sistema di democrazia rappresentativa, la dottrina attribuisce ai programmi che si intendono attuare vincendo alle elezioni l'elemento fondamentale e fondante di un partito politico (sottolineo il "vincendo alle elezioni") . Ma soprattutto perché questo sistema politico non perdona: tutto ciò che si divide o si coagula con altri soggetti o scompare. E mi sa che l'arcobaleno è andato all'aria, quindi qui non si coagulerà niente. Forse si rafforzeranno, ma non si coaguleranno.

Be', se ne sono date di santa ragione e le diferrenze tra gli uni (la maggioranza relativa del partito, i Vendola, i Bertinotti, ecc... insomma: il 47,7%) e gli altri (il segretario, più tutti i contro) sono davvero marcate. Sono preoccupato. Dire no al PD, già da ora, significa scegliere l'opposizione a vita. E significa spingere il PD sempre più verso il centro (stavo scrivendo destra). Questa seconda eventualità non è scritta con il fuoco, ma mi sembra evidente che il PD non mostri sensibilità rispetto all'esigenza di tutelare i nuovi deboli della società (e primi fra tutti i precari). Sono danni collaterali da sopportare senza troppo rumore.

Che dire? Sinistra Democratica finirà nel PD, prima o poi. Chissà che non approdi da sola...
Vi lascio con le parole dell'ex ministro Ferrero, ora segretario del PRC. Be'... sono molto distante da lui, ma sul tipo di opposizione sociale e di ricostruzione di punti di riferimento nel territorio Ferrero non sbaglia. Staremo a vedere. Intanto questo congresso ci consegna i volti degli sconfitti. Quelli dei vincitori non si conoscono. Ce ne sono? Che età hanno? Mah...

Buonanotte.



L'immagine: Knives (Andy Warhol) '82/'83

venerdì, luglio 25, 2008

Cacciatori di TESTE on-line

brevi riflessioni



Ho messo un paio di curriculum su Monster. Parlo di diversi mesi fa. Provarci non costa niente, mi son detto. Effettivamente mi piaceva compilare tutti i moduli ed imbucare virtualmente le mie caratteristiche. Mentre lo facevo mi sembrava di vedere le facce interessate dei responsabili risorse umane che leggendo il mio CV dicevano: "ecco, questo è l'uomo giusto". Ci credevo sul serio. Ovviamente per ora non ne ho necessità, ma continuo a ricevere gli aggiornamenti quotidiani.

E' frustrante... Il 60% sono stage, il 30% contrattri a progetto per attività di bassissimo profilo professionale (per le quali non è necessaria nemmeno la laurea). Le offerte di lavoro più imbarazzanti sono quelle del sud Italia. Verrebbe da ridere, se non ci fosse da piangere. Certo, si può avere anche culo. Però... sapete com'è... non ci spererei troppo. Il dato, vero, è che chi cerca lavoratori al sud... vuole manichini. E questo perché nella maggiorparte dei casi non servono risorse davvero qualificate. Per il sud la competizione non si vince con la qualità, ma con l'abbassamento dei costi. E le risorse qualificate costano. La ricerca costa. E' più redditizio trovare escamotage per vincere un appalto e sottopagare i lavoratori, che fare in modo di non avere concorrenti capaci di eguagliare il proprio stile, il proprio livello di servizio.

Badate, l'Italia si fonda sulla piccola e media impresa. Certo, la globalizzazione ha introdotto in Italia fior fior di multinazionali e catene commerciali internazionali. Ma di fatto le decisioni strategiche difficilmente si prendono in Italia. E comunque quasi mai al sud. Ci sono una grande quantità di bei lavori che si possono fare giù... però bisogna sapersi adattare: non si può pretendere di fare quello per cui si è studiato o per cui si ha talento. Oppure bisogna avere le amicizie giuste. L'alternativa è partire e andare via. Comunque, per chi comincia ora, uno o due stage non glieli toglie nessuno. Solo fino a 4-5 anni fa non era così. Vebbe', va. Oggi sono proprio stanco, forse domani andrà meglio.

Buonanotte.


giovedì, luglio 24, 2008

Niente PIU' perseguitati

Adesso si lavora anche il sabato

Sì: era convincente la giustificazione di Veltroni. La giustificazione per la quale il PD non ha votato con la maggioranza sul lodo Alfano. Però, non temete, moderati: non sarà sempre così. Potete stare tranquilli, perché in 48 ore il PD è pronto a votare con il PDL per le iniziative fiscali che risolleveranno salari e stipendi. D'altronde il programma elettorale è il medesimo. Quindi, la coerenza ed i toni pacati verranno preservati. Sempre. La posta in gioco è troppo alta: potremmo tornare all'imbarbarimento della politica e questo sarebbe sconveniente. Il PD è fatto da gente per bene.



Un po' mi fa tenerezza. Veltroni. Lui e i suoi insipidi amici. Lui ci crede per davvero. E per davvero stanno tentando di civilizzare la politica del Paese, a partire dal linguaggio. Rinunciando per qualche minuto alle invettive, devo riconoscere, onestamente, che il tema è tutt'altro che secondario. Il linguaggio è importante. Il linguaggio rappresenta, forse, l'arma più sottile (o l'effetto più permeante) di un'egemonia culturale. I simboli, i segni, i codici di comunicazione determinano non solo la forma dei contenuti politici di una società, ma anche gli ambiti di azione, i confini, la profondità, la direzione, l'ambizione di un disegno sociale.

Il linguaggio sempre più composto, decoroso, i toni sempre più pacati, mansueti. Ma d'altro canto anche la possibilità di far percepire un affondo più deciso, un tono più marcato. Berlusconi lo ha capito. In campagna elettorale. Ha rischiato di rimanere imprigionato nelle maglie di un linguaggio che rende più difficile definire un'identità contrapponendola ad un nemico imminente e devastante (i comunisti). La grande porcata - il lodo Alfano - l'ha fatta ora, ché il PD non poteva permettersi un tono più alto, rimangiandosi lo stile scelto. Uno stile di rottura con quello eterogeneo e concitato che, invece, aveva caratterizzato il centrosinistra fino a pochi mesi fa.

Ecco perché il PD teme la piazza. Il PD ha scelto un linguaggio anglosassone, direi statunitense (sto leggendo dei pezzi di discorsi di Barack Obama e non sono ancora riuscito a capire una posizione chiara che ha su una sola questione. Ma questo è un altro discorso e comunque Obama rimane una speranza). Insomma, l'idea di imborghesire la politica, per "civilizzarla" non è priva di fondamento. Soprattutto se non si ha molto altro per diversificarsi. Soprattutto se non ci sono vere e proprie idee forza su cui fare un patto con un popolo che chiede giustizia sociale e possibilità di sognare. Sarebbe molto più difficile. Ma è anche la via maestra.

Se dalla Bolognina ad oggi si fosse costruito un percorso di questo genere (costruzione di idee forza), invece di svendere ogni valore, ogni ideale, sottoponendolo ad una radicale mutazione genetica, probabilmente il PD avrebbe avuto una natura più sana. Forse ci sarebbe stato un centro più popolato (non è che ora sia scomparso), ma sicuramente il blocco progressista (e in esso computo anche pezzi importanti di ex Margherita ed ex DC) sarebbe stato più coeso, più solido e, soprattutto, più riconoscibile. Avrebbe avuto un posizionamento più chiaro ed una capacità di essere alternativa. Al contrario, la maggiore vittoria del PD è stata quella di fagocitare il voto della sinistra radicale. Il voto, ma non certo il consenso. Mah...

Con i voti puoi governare (se vinci). Con il consenso puoi cambiare le cose. Ma il consenso non lo si crea solo con il linguaggio. Veltroni mi fa tenerezza. Quando non si hanno le idee chiare è facile confondere i mezzi con i fini. E poi, caro Walter, mentre voi vi lavate la bocca con il sapone, il linguaggio che la gente capisce e condivide è stato già comprato. In Italia l'egemonia culturale c'è e non è certo democratica.

Buonanotte.


martedì, luglio 22, 2008

Il confine tra guerra e PACE

Viaggio tra luoghi comuni. Радован Караџић è stato preso (dopo il massacro di Srebrenica. A quel tempo... non intervenire significava essere pacifisti?)

Cara Mariella, non mi sono fatto attendere: ecco cosa penso della vicenda Karadžić. Provo sollievo, ma so che nessuno tornerà in vita. Con questo post, probabilmente, mi renderò impopolare. D'altronde è un vizio che mi porto dietro da sempre: dico quello che penso. E non sempre quello che penso incontra il favore dei più. Sarebbe comodo il contrario, ma non è così.

Già un paio di volte si è sfiorato su questo blog il tema dell'esercito europeo. Be', io mi sento pacifista. Anzi, Pacifista (P maiuscola). Sono per la pace e penso che i popoli debbano organizzarsi in ogni modo per costruire la pace e mantenerla. Potrei dire ancora un bel po' di parole vuote, banalità e luoghi comuni, ma mi fermo qui.

Perché così non è mai stato, ahimè: la guerra è sempre stato il più efficace sistema di regolazione dell'equilibri del potere. Facciamoci caso: lo studio della storia nelle scuole è praticamente lo studio delle guerre abbattutesi sul pianeta e delle loro conseguenze. La guerra non è mai cessata: la lotta per il potere (politico/economico) è sempre in essere. Con strumenti diversi, ma è sempre in essere.

Così come la violenza per le strade. Ovviamente... tutti siamo contro la violenza. Ma non per questo siamo necessariamente contro le forze dell'ordine. Non parlo, certo, della polizia della Diaz o di chissà quale altro delinquente in uniforme. Parlo del concetto, dell'ideal tipo. Delle forze dello "stato" (della res publica) che garantiscono l'ordine pubblico (e spesso rischiano la vita per farlo). Possiamo dichiarare quello che vogliamo, ma se ci stanno picchiando, derubando o molestando... vorremmo tutti essere tutelati: vorremmo tutti che un carabiniere voltasse l'angolo ed intervenisse in nostra difesa.

Immaginatevi: voi, soli, per strada. Poche luci, diversi anfratti. Poi dei rumori metallici, dei respiri. Due, tre, quattro malviventi. Armati... Pensateci... Mentre andate a prendere l'auto, o mentre raggiungete la metro, il bus. O mentre tornate a casa. Pensateci. Io sono contro la violenza. Voi pure, vero?

Be', i caschi blu dell'ONU sarebbero una specie di forze di polizia. Ma senza poteri e senza mezzi (chi andrebbe a contenere delle tifoserie imbestialite allo stadio, senza scudi e senza manganelli?). Quanto cazzo mi fa schifo scrivere queste cose. Però è così. E' così. Non vorremmo, ma accade. Accade che la gente ruba, molesta, picchia, violenta. Accade che lo stadio da tempio sportivo diventa tomba. Lo sapete che Pasolini durante il '68 difendeva la figura del poliziotto? Il figlio del proletario che si mette la divisa per vivere, sì: quello. Fa più figo dire dei poliziotti che sono tutti e solo "servi dei padroni". Ma di figo io ho solo le linee che si intrecciano nel palmo della mano sinistra (chissà che significano).

Io sono contro la violenza e sono contro la guerra. Io sono per la pace. E questo lo dico dal profondo del cuore. Ma non posso dire di essere d'accordo con la filosofia del "senza se e senza ma". Non ne sono capace. Non sono capace di pensare che sia giusta la posizione di chi in quegli anni odiosi di guerra fratricida in Jugoslavia era contro l'intervento militare internazionale. Non sono d'accordo. Non ero d'accordo. Erano giorni tristi. Di profonda angoscia. Ma l'ONU era inerme (infatti poi intervenne la NATO). Intervenne tardi perché prima bisognava saziare la fame di morti, per giustificare l'intervento militare. La morte era a poche centinaia di chilometri da noi. Da casa mia in Puglia. Magari eravamo a mare a tuffarci, mentre a pochi passi si consumava un genocidio (più di uno ad essere precisi). Furono anni odiosi.

Sia chiara una cosa, per evitare equivoci: la politica e la mediazione sono la strada maestra. Ogni proiettile sparato è la sconfitta dell'intelletto umano e la vittoria della sua brutalità, della sua bestialità. La politica agisce prima, non al momento della crisi. Le crisi vanno previste e neutralizzate. Per farlo serve la Pace. E serve cedere sovranità ad organismi internazionali. Ma una norma o una trattativa non bastano se una crisi esplode.

Ancora una volta ci troviamo di fronte allo scontro ideologico tra regola e azione, diritto e forza, legale e legittimo. Kelsen e Schmitt. Io il nodo non l'ho sciolto. Io so solo che accettare uno slogan (anche se nobile e coinvolgente) tout court per sentirsi con la coscienza a posto non basta. Non basta perché serve la politica. Consapevole, matura. Occorre pensare ed assumersi delle responsabilità. Il mondo non è o bianco o nero. Non basta una regola fissa: senza se e senza ma. Non basta a chi non vuole avere sulla coscienza altre Srebrenica. I crimini contro l'umanità di Milošević, Karadžić, Mladić & C. potevano essere fermati prima. Esattamente come sono stati fermati dopo.

Vorrei dire una cosa prima di chiudere questo post: i miei pensieri, scritti a quest'ora, potrebbero sembrare assordanti, non allineati a quanto ci si aspetta. Be'... può darsi. Il mio obiettivo era di provocare. Per farlo non ho scritto cose che non penso, certo. Ma rimangono cose da contestualizzare. Se mai ce ne fosse bisogno, lo ripeto: la guerra, l'uomo, deve essere in grado di disinnescarla. Prima. Con l'impegno e la politica. Ma quando la violenza brutale da malattia latente, diventa esercizio sistematico, qualunque essere umano sul pianeta è chiamato a farsene carico come se le violenze fossero perpetrate ai suoi danni o ai danni dei suoi famigliari.

Buonanotte.

lunedì, luglio 21, 2008

CORONA non perdona

dov'è il cesso?




Io sinceramente non ho parole. Oggi volevo scrivere del ministro Bossi e delle sue dolci parole per gli insegnanti meridionali ("troppi"), costretti a trasferirsi al nord per insegnare ai suoi figli (lo sapete, no, che suo figlio è stato bocciato nuovamente agli esami di maturità?). Però...

Però mentre cenavo, facevo zapping e sono inciampato in... "Lucignolo". L'ho visto 5 minuti. E mi sono bastati. Parlava Fabrizio Corona. La mia cena - modestamente preparata con le mie mani - mi è rimasta sullo stomaco. Però... ho capito una cosa: la più grossa faccia di culo d'Italia - no, bugia: non è la più grossa - è quella di Fabrizio Corona. Davvero, sono esterrefatto: questa gente non ha pudore. Sono svergognati. Ovviamente... parlarne qui - almeno spero - è inutile.

Quello su cui vorrei spendere due parole, invece, è quello che la TV è diventata e, inoltre, quello che la TV significa per il Paese (chi è l'anonimo che ha parlato di Popper? Be' sono d'accordo con te).



Questa merda fa audience. Questi personaggi vengono contrabbandati per "osservatori", opinionisti, giornalisti, onesti lavoratori, ecc... E c'è poco da aggiungere: fanno davvero audience. Come le veline, le letterine, gli sfidanti, gli amici, gli spasimanti, i tronisti, i trimoni. Fanno girare un sacco di soldi. Perché la gente ne è innamorata, ipnotizzata, stregata.

Gli innamorati, ipnotizzati, stregati... poi votano. E' vero: People have the power. E' vero perché anche per la TV a comandare è chi sceglie cosa vedere. Così come la gente ha il potere di scegliere cosa leggere. Se le riviste scandalistiche, i giornali in rosa, o chissà quale altra porcata. Così come i prodotti che acquistiamo e consumiamo. Li scegliamo noi, alla fine. Scegliamo noi l'esperienza che vogliamo vivere.

Sì, sì... la pubblicità, il consumismo, ecc... ma fondamentalmente non c'è marketing o strategia politica che tenga al potere delle persone. Alla nostra capacità di scegliere. Persone, non consumatori. Una persona non è semplicemente il primo anello della catena alimentare. Una persona pensa. Ha una testa per fare delle scelte e smisurati modi per comunicarne il senso.

Dopo aver visto questo video, per esempio, potreste comunicare il vostro disgusto (se ne provate) a qualche vostro amico o conoscente, che nella vita fa lo stregato. Nel frattempo Corona usa i suoi megafoni per amplificare la sua voce e riprodurre la decadenza di una società che mistifica a tal punto le cose da rendere plausibile il suo starnazzo di ribellione ("mi sento ostaggio dello stato"... ma chi cazzo ti ha mai cagato?).


Auguri al GRILLO

ne ha 60, ma non lo dimostra

Beppe Grillo è un grande. E' un grande nella misura in cui ci si ricorda che di mestiere fa satira. Fa satira ed ha coraggio. Ne ha sempre avuto di coraggio. E per questo ne ha pagato le conseguenze. Come sapete Beppe Grillo per lunghi anni è scomparso da tutti i palinsesti televisivi d'Italia. C'è qualcuno a cui non andava proprio giù il suo modo di far ridere. Per carità... di essere pesante era pesante...



Insomma, Beppe Grillo fu fatto fuori. La storia, poi, ha fatto fuori i socialisti.

Oggi il Grillo che conosciamo è diverso. Ha fatto un salto di qualità e si è lanciato in una lotta al sistema. Credo che sia mosso da un sentimento sincero, ancorché favorevole ad un suo legittimo business legato al suo blog ed alle sue iniziative. Beppe Grillo non fa più solo satira. Fa altre cose. Alcune di queste le fa bene. Altre, credo, molto meno. E quando va "fuori dal seminato" non fa un servizio utile. Nemmeno rispetto agli obiettivi nobili che egli ha.

Personalmente penso che tutte le critiche di Grillo, le iniziative che promuove e i documenti che grazie a lui rimbalzano sugli schermi di decine e decine di migliaia di cittadini siano ossigeno per la democrazia. L'importante è che chi legge, assiste, partecipa abbia senso critico. Sempre. L'importante è non passare da una censura mediatica ad una propaganda acritica di segno opposto. L'importante è non cercare nuovi miti per esorcizzare la politica odiosa di questi ultimi anni. Molte proposte di Beppe Grillo sono pretestuose, populiste e decisamente confuse. Nonostante l'apparente chiarezza con cui vengono esposte.

Ma le mie perplessità, sinceramente, non sono legate a Beppe Grillo ed alle sue iniziative. Le mie perplessità sono più che altro rispetto al vuoto della politica - che viene colmato da surrogati più o meno pertinenti - ed allo spirito caprone che contraddistingue gli italiani, persino quelli incazzato, tendenzialmente progressisti e, talvolta, anche informati, grosso modo, sulle cose che succedono. Insomma, molte delle cose che vengono gridate dal popolo del V-day, vengono dallo stomaco, ma spesso, senza passare dalla testa.

Ma non potrebbe essere altrimenti in un Paese dove mancano punti di riferimento culturali, prima che politici, capaci di far convergere le istanze dei più, nonché di emanciparne la visione. Le energie positive della società si sentono estranee a qualsiasi progetto collettivo. La casta dirigente non rappresenta più un cazzo se non l'interesse "particulare" di chi o cosa le consente di sopravvivere e rimanere a galla. La lotta politica, oggi, è solo scontro elettorale. Nulla di più. E' naturale che Beppe Grillo spopoli, tanto da far scoppiare un nuovo credo religioso.

Gli italiani hanno la memoria corta ed il cuore batte intensamente. Grillo, da uomo di spettacolo, sa come suscitare emozioni. Dicendo, peraltro, cose vere. Ma la risposta alle sue critiche, alle sue provocazioni non deve venire da un indistinto marasma di voci in attesa di simboli per cui sacrificarsi. Le risposte alle sue istanze dovrebbero venire dalla politica. L'assioma di Grillo è che questo non possa accadere: ormai la politica è troppo compromessa.

Bene... io sono preoccupato per questo. Sono preoccupato perché non ho ancora ben capito se Beppe Grillo ha ragione o meno. Nel frattempo mi chiedo, come reagiranno i partiti (e per partiti intendo i militanti, la base). Facciamo una crociata contro Beppe Grillo o cerchiamo di interloquire con quella piazza? In attesa di risposte vi giro la dichiarazione di guerra di Grillo ai media. Ma poi... vi invito anche ad ascoltare "Voglia di gridare" di Daniele Silvestri. Buonanotte.


giovedì, luglio 17, 2008

La GUERRA che non si vede

ma che qualcuno combatte



A 16 anni bisogna studiare, stare con gli amici, avere la ragazza, capire che si vuole fare nella vita. Bisogna sognare. A 16 anni bisogna rendere il mondo più bello di quello che è. Ma basta farsi un giro per i bassifondi di una qualsiasi metropoli del pianeta per capire che le cose non vanno esattamente così. Non sarebbe facile fare una classifica degli orrori peggiori che possano succedere ad un essere umano. Sicuramente, però, a 16 anni, dopo che probabilmente si è già conosciuta la morte e l'assassinio, non avere la libertà è disumano.

Sinceramente i primi istanti del video non mi sono troppo scosso. Poi ho capito perché: perché i media ci hanno educato a vivere con distacco e morbosità le vicende mediate da uno schermo. Lo schermo protegge, perché allontana. Ti dà l'impressione di poter toccare le cose, che prima non si potevano nemmeno vedere, ma al tempo stesso le plastifica. La verità è che nel vedere il video aspettavo lo scoop, che i TG costruiscono, che il cinema riproduce. Non mi ero accorto che quel ragazzo, a 16 anni, fosse davvero rinchiuso da non so quanto tempo dentro una prigione, senza un processo, senza poter vedere i propri cari, senza alcun diritto. Quel ragazzo non è più un uomo.

Il pianeta è in guerra. Non so esattamente chi ne beneficerà alla fine, ma so per certo che le possenti industrie belliche non avranno crisi. La lobby della guerra in USA è tra le più influenti, forse (come io credo) la più potente. C'è chi si arricchisce lucrando sulla salute dei cittadini e chi lo fa redigendo business plane sullo sviluppo della morte. Spesso lo fa, coperto dalla retorica democratica e con della squallida ideologia patriottistica. O con retorica religiosa e fanatismo razziale. I terroristi fanno proselitismo tra il popolo. Il terrorismo manda a morire il popolo. Manda a morire ragazzi di 16 anni. I paesi occidentali mandano a morire ragazzi di 20 anni. Il potere ha sempre carne da macello da sacrificare. Ed il potere - di una parte e dell'altra - sa cosa far sapere al proprio popolo e cosa no.

Ancora una volta mi rendo conto delle stridenti contraddizioni tra la struttura del potere costituito e la periferia (economica, geografica, sociale, culturale, politica) del mondo. Ancora una volta auspico delle regole e delle istituzioni internazionali democratiche (ONU) e delle organizzazioni politiche determinate verso obiettivi progressisti (l'Europa) capaci di far prevalere le ragioni dell'incontro e dello scambio a quelle delle armi e del soppruso. L'ONU come campo di gioco trasparente, pulito e l'Europa come giocatore maturo, avanzato. Hans Kelsen e Carl Schmitt a braccetto, insomma. Be'... forse sì: è un'utopia. Buonanotte.


martedì, luglio 15, 2008

FERIE alle porte

ma non per me :P



Penso che quest'estate non sarà semplicissimo continuare con questo blog. Tra ferie, vacanze, concerti e spensieratezza. Io ci provo. Intanto perché mi piace scrivere - e non lo facevo da tanto tempo - e poi perché scrivere mi aiuta a riflettere. Scrivo su un blog perché vorrei parlare con altra gente, superando i limiti dello spazio. La globalizzazione è anche questo, quindi penso sia utile sfruttarne gli aspetti positivi. Per questo mi fa piacere pubblicare commenti, considerazioni, pensieri. Mi piace potermi confrontare. Intanto, però, abbiamo superato i mille accessi per un blog sconosciuto; on-line (nella sua nuova versione, dopo 2 anni di silenzio) da meno di un mese.

Virzì non mi fa impazzire, ma alla fine i suoi film li ho visti quasi tutti (me ne mancano 2). Non amo i manicheismi (oggi un mio collega mi faceva riflettere su questo tema). Virzì, invece, usa come linguaggio lo steriotipo. Però a volte le sue semplificazioni arrivano. Arrivano al grande pubblico, quello medio (spesso mediocre) che ride, senza sapere di ridere di sè. Comunque questo passaggio di ferie d'Agosto mi piace molto. Per tre motivi: 1) la Morante è smoderatamente sensuale (anche tutta coperta) (ma, mi rendo conto, l'argomento non è pertinente); 2) perché Orlando rivendica con orgoglio la sua identità culturale, prima che politica; 3) perché Fantastichini è straordinario: è spiazzante la naturalezza con cui riesce a rappresentare l'italiano medio. Tanto da farti immedesimare.

Comunque sia con questo post (e con Keith Jarrett in chiusura. Tokyo '84) saluto due amici che stanno per partire (per pochi giorni) verso una meta sicuramente estranea all'immaginario di "vacanze in crociera" e "un'estate al mare": l'Umbria Jazz. Buona musica, allora :)




PS: Ricordate di votare per il sondaggio ;)