lunedì, luglio 21, 2008

Auguri al GRILLO

ne ha 60, ma non lo dimostra

Beppe Grillo è un grande. E' un grande nella misura in cui ci si ricorda che di mestiere fa satira. Fa satira ed ha coraggio. Ne ha sempre avuto di coraggio. E per questo ne ha pagato le conseguenze. Come sapete Beppe Grillo per lunghi anni è scomparso da tutti i palinsesti televisivi d'Italia. C'è qualcuno a cui non andava proprio giù il suo modo di far ridere. Per carità... di essere pesante era pesante...



Insomma, Beppe Grillo fu fatto fuori. La storia, poi, ha fatto fuori i socialisti.

Oggi il Grillo che conosciamo è diverso. Ha fatto un salto di qualità e si è lanciato in una lotta al sistema. Credo che sia mosso da un sentimento sincero, ancorché favorevole ad un suo legittimo business legato al suo blog ed alle sue iniziative. Beppe Grillo non fa più solo satira. Fa altre cose. Alcune di queste le fa bene. Altre, credo, molto meno. E quando va "fuori dal seminato" non fa un servizio utile. Nemmeno rispetto agli obiettivi nobili che egli ha.

Personalmente penso che tutte le critiche di Grillo, le iniziative che promuove e i documenti che grazie a lui rimbalzano sugli schermi di decine e decine di migliaia di cittadini siano ossigeno per la democrazia. L'importante è che chi legge, assiste, partecipa abbia senso critico. Sempre. L'importante è non passare da una censura mediatica ad una propaganda acritica di segno opposto. L'importante è non cercare nuovi miti per esorcizzare la politica odiosa di questi ultimi anni. Molte proposte di Beppe Grillo sono pretestuose, populiste e decisamente confuse. Nonostante l'apparente chiarezza con cui vengono esposte.

Ma le mie perplessità, sinceramente, non sono legate a Beppe Grillo ed alle sue iniziative. Le mie perplessità sono più che altro rispetto al vuoto della politica - che viene colmato da surrogati più o meno pertinenti - ed allo spirito caprone che contraddistingue gli italiani, persino quelli incazzato, tendenzialmente progressisti e, talvolta, anche informati, grosso modo, sulle cose che succedono. Insomma, molte delle cose che vengono gridate dal popolo del V-day, vengono dallo stomaco, ma spesso, senza passare dalla testa.

Ma non potrebbe essere altrimenti in un Paese dove mancano punti di riferimento culturali, prima che politici, capaci di far convergere le istanze dei più, nonché di emanciparne la visione. Le energie positive della società si sentono estranee a qualsiasi progetto collettivo. La casta dirigente non rappresenta più un cazzo se non l'interesse "particulare" di chi o cosa le consente di sopravvivere e rimanere a galla. La lotta politica, oggi, è solo scontro elettorale. Nulla di più. E' naturale che Beppe Grillo spopoli, tanto da far scoppiare un nuovo credo religioso.

Gli italiani hanno la memoria corta ed il cuore batte intensamente. Grillo, da uomo di spettacolo, sa come suscitare emozioni. Dicendo, peraltro, cose vere. Ma la risposta alle sue critiche, alle sue provocazioni non deve venire da un indistinto marasma di voci in attesa di simboli per cui sacrificarsi. Le risposte alle sue istanze dovrebbero venire dalla politica. L'assioma di Grillo è che questo non possa accadere: ormai la politica è troppo compromessa.

Bene... io sono preoccupato per questo. Sono preoccupato perché non ho ancora ben capito se Beppe Grillo ha ragione o meno. Nel frattempo mi chiedo, come reagiranno i partiti (e per partiti intendo i militanti, la base). Facciamo una crociata contro Beppe Grillo o cerchiamo di interloquire con quella piazza? In attesa di risposte vi giro la dichiarazione di guerra di Grillo ai media. Ma poi... vi invito anche ad ascoltare "Voglia di gridare" di Daniele Silvestri. Buonanotte.


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