domenica, luglio 13, 2008

Ecosistemi URBANI

ovvero: il rapporto tra l'uomo e lo spazio che abita

Posso dirlo, posso dirlo: stamattina (domenica) ho avuto una bella pensata :). Ho preso il lettore mp3 e qualche libro, ho messo tutto nella borsa e sono andato a villa Borghese. Avrò camminato per un'ora. Che bella villa Borghese :) Piena di gente, come al solito. Famiglie, coppie, anziani, gruppi di amici. La prima volta che ci sono stato ho visto solo il Pincio. Poi sono tornato un'altra volta con Lory e ce la siamo fatta in lungo e in largo (quasi).

Stamattina volevo leggere. Ho il difetto di essere incostante (a volte non per mia volontà) nelle attività prive di scadenze (generalmente hobby, ricerche personali e piccoli piaceri come la lettura); quindi quando mi vengono i periodi favorevoli... mi metto di buzzo buono e ci do dentro. In questo periodo ho più libri (più l'ultimo eccezionale numero di micromega) sotto mano (non vi tedio su cosa sto leggendo. Anche perché non so nemmeno se ce la farò a finire entro il 2011). Insomma... dopo questa passeggiata (che dopo la prima mezz'ora mi sembrava un'escursione in pieno stile) tra prati, giardini, alberi e fontane mi sono steso e mi son messo a leggere. E pensavo. Sono stato lì parecchio tempo (tra una pioggia e l'altra, visto che è caduta acqua e sabbia dal cielo di Roma).


Pensavo all'importanza di quello spazio. Pensavo all'importanza di parchi veri dentro le città. Parchi con alberi veri e non solo "da esposizione". Pensavo a quanto fosse necessario potersi straiare su un prato in ogni città del mondo. Anche nella pausa pranzo, magari. Anche per quelle persone anomiche che non escono quasi mai. Tempo fa all'arci facemmo una rassegna cinematografica sugli "ecosistemi urbani". Be', ricordo che la cosa migliore fu l'intenzione. Tranne un paio di pellicole fu una mezza cagata. In ogni caso il tema è sempre attuale: come costruire un rapporto equilibrato tra uomo e spazio. L'ambiente in cui viviamo determina gran parte delle nostre abitudini sociali e influisce in modo determinante sulla nostra salute (e sulla qualità della vita).

Le città, soprattutto le metropoli, non vengono considerate da nessuno "la propria casa". E, soprattutto, ormai siamo convinti che le città che abbiamo siano l'unico modo di esistere sul pianeta terra. Non ci sono alternative all'urbanizzazione violenta, selvaggia, cementizia, frenetica, ipnotica. Non è un problema che ci poniamo, quindi possiamo asserire che il problema, sotto il profilo della percezione sociale, non esiste.

Ecco. Io non sono d'accordo. Ma non so come spiegarmi e soprattutto, come far immaginare un'alternativa possibile (concreta, reale) alle persone con cui parlo. E ancora, forse ancora più importante, non riesco a quantificare cosa ci perdiamo nel non immaginare città diverse. Consiglio a tutti di leggere "Le città invisibili" di Calvino (già fonte di ispirazione per le assonanze cognitive, per i viaggi ideali che intendevo stimolare nel il mio studio sullo sviluppo sostenibile nella mia città. Ovviamente con scarsi risultati). Oggi le strategie delle aziende più avanzate si fondano su analisi puntuali e ricerche minuziose. Non si capisce perché nelle nostre città le amministrazioni non siano in grado di fare nemmeno un'analisi vera (perché di relazioni tecniche ce ne sono quante ne volete) costi-benefici (analisi sociali, s'intende).

Sorvolando sul livello indecoroso e vituperabile di gran parte degli amministratori locali, pongo un problema politico serio: se i cittadini non sono sensibili a determinate proprie esigenze, perché la politica dovrebbe farsene carico? Insomma... a Molfetta, per esempio, la nuova giunta comunale vanta molte autorevoli personalità, espressione di quella sottocultura da film di Pierino, fatta di vicende scolastiche squallide e, talvolta, senza una fine (verificate: hanno tutti finito almeno le superiori, senza essere stati mai bocciati?). Uno di questi Assessori - che nel suo CV può vantare l'aver fatto il buttafuori in una nota discoteca pugliese - oggi è Assessore al Marketing Territoriale (mi piacerebbe discutere del significato del termine... "semianalfabeta"). Be', io penso sia giusto che stia lì a fare l'Assessore: è stato votato dai suoi simili. Persone che non hanno la minima percezione del concetto di interesse collettivo. Lui (che peraltro oggi fa "l'imprenditore") rappresenta i suoi elettori in maniera formidabile.

E così è possibile che a Molfetta ci sia un parco confezionato in periferia e già pronto da tre anni, ma mai aperto. Un parco attrezzato, con percorsi per il footing, giardini, piccolo anfiteatro e servizi, ma chiuso. Non si può entrare. Stop. Chiuso. Come? Chiedete il perchè? Che importa? Tanto un parco non fa fare soldi a nessuno.


Se ci sono di queste storie, pensate abbia senso parlare di come le zone ASI (Area Sviluppo Industriale) possano schiacciare le piccole comunità o di come le piccole città non dovrebbero imitare le metropoli, o di quanto i grandi quartieri delle grandi città scarseggino di parchi attrezzati, o di come le nostre abitudini urbane siano sclerotizzate? Pensate che abbia senso parlare di percentuale di area verde nei piani regolatori delle nostre città? Lo sapete che anche l'asfalto è considerato verde? Verde, praticamente, significa non edificabile. Ma cementabile. Alla gente va bene, alla fine. Quindi per la politica è ok. Possiamo vivere per anni in una città, senza sdraiarci su un prato, senza ricordare cos'è il silenzio. Questo ormai è il nostro habitat e questo vogliamo. Solo lo vogliamo sempre più tecnologico e costoso.

E allora? E allora le strade sono due e sono da percorrere entrambe: da un lato la proposta - studiata, argomentata, strutturata, realizzabile - e dall'altro... be' dall'altro lato bisogna parlare con la gente. Con quella stessa gente che la TV riesce a convincere a comprare ogni cazzata inutile. Volete che non si riesca a convincere la gente che un domani le proprie città potrebbero diventare delle specie di discariche a cielo aperto, dove la sottile differenza tra rifiuti e non rifiuti non sarebbe più così evidente?

Cosa? Napoli? Presto Roma? Molte città del Sud? Come? E' già così? Cazzo: troppo tardi...


Vi lascio, per oggi, con due video, prodotti da Schermaglie.it in occasione della Festa di Roma 2007. Si tratta dell'assemblaggio di spezzoni di diversi film. Il leit motiv è la metropoli. Buona angoscia, siate sereni.





PS: Nella sidebar a destra, c'è un sondaggio. Se vi va, lasciate la vostra risposta: è anonima :)
PS2: Lo so: questa volta è troppo lungo il post...

2 commenti:

Corrado Minervini ha detto...

Oggi silenzio sul blog. Anche voi pensate che la vivibilità urbana sia un argomento, tutto sommato, poco importante?

Anonimo ha detto...

ooohh!! ahimè è fondamentale il verde, la'mbiente e città vivibile...l'impatto che esercita inconsapevolmente sul nostro organismo, stato d'animo! ma ovunque mi giri vedo lo scempio, anche x le piccole banalità, come quegli operai che per rifare un marciapiede, soffocano con il cemento o il catrame le radici delle piante (o addirittura..le buttano giù) facendole morire.
oramai ogni spazio verde..viene invaso, ne viene cambiata la destinazione d'uso ed opsss crescono strutture strade ecc
oramai anche i diversi parchi di roma vengono invasi dall'abusivismo (e pensare che ci sono consiglieri municipali che si sono incatenati o addirittura dati fuoco, nell'era veltroni, x evitare di far demolire abitazioni abusive nei parchi...poverini aevvano bisogno di un tetto i morti di fame..con villini di 400 mq..!)
provate a passare in mezzo ad un viale alberato d'estate o un viale...asfaltato (credete che avreste bisogno dell'aria condizionata?)
ma se non cambia la sensibilità delle persone verso l'utilità e la necessità di avere e rispettare il verde, credo che saremo ad interessarcene, passando anche per ecologisti....
anonimo1