domenica, luglio 06, 2008

Maybe they CAN

Maybe...



Ai tempi dei primi movimenti no-global mi sono sempre dichiarato new-global. La cosa era poco chic e talvolta persino imbarazzante, soprattutto durante gli incontri in cui quasi tutti erano convinti di avere la verità in tasca. Be'... io ero meno convinto e meno sicuro. L'unica cosa di cui ero certo è che scegliere la via dell'attacco tout court all'ONU fosse del tutto controproducente, oltre che completamente idiota. Sul G8 il discorso è diverso: istituzione inadeguata, ma non credo che costituisca il fulcro dei problemi internazionali.

Il pianeta, infatti, non è governato da forze democratiche. Odio ripetere cose banali, ma... se le cose stanno così... non ci posso fare niente: il pianeta è governato dai cazzi dei più forti, che riescono a manovrare persone che per rimanere dove stanno ubbidiscono e basta. C'è qualche leva che possa scardinare questo sistema nel breve periodo? Non credo. Per niente. Non sarà una manifestazione e non sarà una piazza. Non saranno 1000 macchine distrutte o 2000 vetrine di banche e negozi frantumati. Non credo in alcun modo che vi sia un grimaldello capace di sovvertire nell'immediato il potere del capitale.

Negare la globalizzazione dei mercati e delle comunicazioni è solo deleterio, per non dire deficiente. Penso, però, che il "cambiamento" sia indispensabile. Sono convinto che per minare il sistema di potere che il capitale ha assortito dal dopoguerra ad oggi si debba agire su due piani distinti: uno politico (le forze in gioco) ed uno giuridico (le regole del gioco).

Quello che intendo dire con "le regole del gioco" è che occorre istituire e/o democratizzare organismi internazionali che agiscano alla luce del sole e che possano rappresentare degli interessi diversi. Non nutro più cieca fiducia nella democrazia. Per lo meno non penso che vi sia un automatismo tra sistemi democratici e rappresentazione degli interessi collettivi nella sedi democratiche appositamente istituite. Penso però che quella per la libertà delle persone (liberi di - fare - e liberi da -l bisogno-) sia una lotta dura che si combatte centimetro per centimetro.

Per le forze in gioco, invece, be'... c'è poco da fare: coloro che si misurano quotidianamente nell'arena della politica internazionale, gli interessi e gli ideali che muovono le loro azioni sono determinanti. Gli USA hanno ancora diritto di veto (formale e informale) su tutto ciò che riguarda il pianeta. Tutto. Non è democratico, ma le elezioni degli Stati Uniti hanno da sempre ripercussioni considerevoli a livello mondiale. Oggi più che mai. La guerra è dietro l'angolo e per decidere sulla vita e sulla morte di decine di migliaia di persone (ma l'escalation non è detto che possa essere davvero governata, quindi le cifre possono avere un numero di zeri variabili) non basteranno le preghiere ed i buoni propositi.

Noi possiamo tifare per Obama, ma a farcela devono essere loro. Loro, forse possono. Nonostante le ritrosie dell'elettorato della cornuta Clinton. Spero che tutta la retorica da predicatore del senatore nero serva a smuovere gli animi, a svegliare le coscienze, a catturare l'attenzione di chi si astiene da sempre. Spero che Barak Obama vinca le elezioni nel suo Paese e spero che faccia soffiare un vento nuovo sulle nostre vecchie finestre europee. Non mi illudo. Non mi illudo più per niente. Non mi illudo più.

Ma spero. E spero soprattutto che Obama creda fino in fondo a quello che dice. Lo spero perché ho bisogno di avere ancora fiducia nel genere umano.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

in god thy trust?

Corrado Minervini ha detto...

No. Negli uomini la mia speranza. Non ho fiducia, ma ho speranza. E penso che la speranza vada costruita con impegno.

Anonimo ha detto...

http://it.youtube.com/watch?v=uXZjL3BYqOY

Corrado Minervini ha detto...

Non so chi tu sia Ninj@, ma ti ringrazio per il tuo post :)

Anonimo ha detto...

ma direi che si deve partire dal principio che gli organismi internazionali non servono a nulla....forse q.che piccolo risultato (leggasi conciliazione) si può ottenere (ma neanche in zimbabwe ed in huganda si riesce ad ottenerne..)questo perchè laddove non ci sono interessi..xchè adoperarsi? se ci sono interessi, perchè pestare i piedi a chi ne è invischiato?
gli organismi internazionali sono statici, bloccati da quel diritto di veto dei 5 grandi (e non solo degli USA) che ne paralizzano l'attività.
unica deroga è stata la prova di arroganza e forza degli Usa con la guerra in Iraq che hanno agito senza l'appoggio e risoluzione del Consiglio di Sicurezza.
sulla successione al trono di bush, temo che chiunque succederà (spero non un repubblicano...) o avrà un bel paio di palle o credo che in ambito di politica internazionale, le cose cambieranno poco. gli interessi geostrategici sono quelli, i mezzi per il controllo di una zona o di una risorsa passano sempre attraverso una modalità.
L'unica (mia) speranza, è in un ruolo forte (e la creazione di un proprio esercito) dell'Europa...ma come, se gli stati del blocco orientale, x contrapposizione alla vecchia russia sono legati agli Usa?
Anonimo1