Devo ammetterlo: quando di sera sono solo in metro, o in bus, o per una stradina poco illuminata ho paura. I volti colorati in modo diverso dal mio, di notte, mi fanno paura. Di giorno no.
Con tutta la gente che c'è in giro sto tranquillo. Cioè, mi spiego meglio: di giorno tutto è normale. E' bello vedere come le piccole abitudini di ogni giorno, i piccoli bisogni non hanno età, non hanno colori. Anche soffiarsi il naso o leggere il giornale alla pagina della cronaca. E poi ognuno ha la sua storia. A volte storie tristi, altre a lieto fine. Mi piace poter scambiare qualche parola con le persone che hanno il colore della pelle diverso dal mio (ivi inclusi olandesi e svedesi). A volte lo faccio, più spesso non trovo il pretesto giusto. A volte sono turisti, a volte sono lavoratori. Migranti.
E' bello quando sono integrati. Quando si sentono cittadini veri. Uomini e donne che come tutti si svegliano la mattina per fare il loro lavoro, pensare alla famiglia, sperare in un destino migliore per i propri figli. Spesso - nonostante tutto - sono felici. Lo vedo per esempio al ristorante cinese vicino a casa mia (si può dire che è una specie di mensa di lusso per extracomunitari, o un ristorante per i giorni da festeggiare. Io ci sono stato qualche sera. Non ricordo di averci visto mai italiani bianchi).
A Roma si ha l'impressione, di tanto in tanto, che l'integrazione ci sia. Che sia vera. Dove abito io e nelle zone limitrofe molti negozi sono di ex extracomunitari (la maggior parte cinesi). Persone che da generazioni vivono onestamente in Italia e che ora hanno un'attività loro (come i nostri famosi parenti in USA, o Australia, o America latina, ecc...). Nei centri sociali, nei luoghi di festa ci sono tanti giovani extracomunitari. La mattina molti prendono il bus per andare a lavorare come faccio io. Insomma... normalità.
Ma la notte no: ho paura. Ho paura di essere aggredito, di essere minacciato per quei pochi spiccioli che mi porto addosso, oppure per l'abbonamento (costa 30€ ed è riutilizzabile praticamente da chiunque). Se vado ad uno dei due cinema vicino casa ci sono almeno 2 stradine quasi deserte e male illuminate. Per non parlare dei mezzi. Fobia sciocca? Razzismo latente? Stupidità? Be'... ho vissuto anche a Napoli (vicino rione Traiano... non so se mi spiego) e ho sempre temuto aggressioni. Sto attento e mi sono sempre detto che se mi dovesse succedere qualcosa le prendo, ma... anche l'aggressore qualche ricordo se lo prende. Parole troppo violente? E... lo so... la paura alimenta la violenza.
Il punto è che non voglio alimentare violenza, ma vorrei vivere in sicurezza. Anche io, senza essere della Lega o di AN. Ma la sicurezza potrebbe esserci solo se ci fosse vita serena per tutti. Il bisogno ed il disagio rendono violenti. Le famiglie di migranti integrati sono serene - se non felici -, perché hanno trovato dignità sociale ed economica. Questo è il primo punto all'ordine del giorno per qualsiasi politica seria per i migranti e la sicurezza. Perché anche io voglio la sicurezza.
Ora... non so cosa facesse esattamente nella vita Abdul G. (originario del Burkina Faso). Quello che so è che stamattina (domenica ore 6.00) è morto sotto i colpi implacabili di due uomini. Colpi di mazza e spranga contro il suo cranio. Immaginate: il cranio di un essere umano rotto dalle ripetute percosse con delle armi. Dure. Ricordate quando vi siete fatti l'ultimo bernoccolo? Faceva male, vero? Adesso immaginate quanta violenza su Abdul. Violenza omicida. Su un "negro". Forse un giovane lavoratore. Forse (forse: leggeremo nelle prossime ore) un teppista, forse un ladruncolo. Ma pur sempre un essere umano, che se rubava, sicuramente non era integrato (ed essere integrato significa poter essere felice).
Quanta violenza.
Vi lascio alle parole di Ascanio Celestini.
Con tutta la gente che c'è in giro sto tranquillo. Cioè, mi spiego meglio: di giorno tutto è normale. E' bello vedere come le piccole abitudini di ogni giorno, i piccoli bisogni non hanno età, non hanno colori. Anche soffiarsi il naso o leggere il giornale alla pagina della cronaca. E poi ognuno ha la sua storia. A volte storie tristi, altre a lieto fine. Mi piace poter scambiare qualche parola con le persone che hanno il colore della pelle diverso dal mio (ivi inclusi olandesi e svedesi). A volte lo faccio, più spesso non trovo il pretesto giusto. A volte sono turisti, a volte sono lavoratori. Migranti.
E' bello quando sono integrati. Quando si sentono cittadini veri. Uomini e donne che come tutti si svegliano la mattina per fare il loro lavoro, pensare alla famiglia, sperare in un destino migliore per i propri figli. Spesso - nonostante tutto - sono felici. Lo vedo per esempio al ristorante cinese vicino a casa mia (si può dire che è una specie di mensa di lusso per extracomunitari, o un ristorante per i giorni da festeggiare. Io ci sono stato qualche sera. Non ricordo di averci visto mai italiani bianchi).
A Roma si ha l'impressione, di tanto in tanto, che l'integrazione ci sia. Che sia vera. Dove abito io e nelle zone limitrofe molti negozi sono di ex extracomunitari (la maggior parte cinesi). Persone che da generazioni vivono onestamente in Italia e che ora hanno un'attività loro (come i nostri famosi parenti in USA, o Australia, o America latina, ecc...). Nei centri sociali, nei luoghi di festa ci sono tanti giovani extracomunitari. La mattina molti prendono il bus per andare a lavorare come faccio io. Insomma... normalità.
Ma la notte no: ho paura. Ho paura di essere aggredito, di essere minacciato per quei pochi spiccioli che mi porto addosso, oppure per l'abbonamento (costa 30€ ed è riutilizzabile praticamente da chiunque). Se vado ad uno dei due cinema vicino casa ci sono almeno 2 stradine quasi deserte e male illuminate. Per non parlare dei mezzi. Fobia sciocca? Razzismo latente? Stupidità? Be'... ho vissuto anche a Napoli (vicino rione Traiano... non so se mi spiego) e ho sempre temuto aggressioni. Sto attento e mi sono sempre detto che se mi dovesse succedere qualcosa le prendo, ma... anche l'aggressore qualche ricordo se lo prende. Parole troppo violente? E... lo so... la paura alimenta la violenza.
Il punto è che non voglio alimentare violenza, ma vorrei vivere in sicurezza. Anche io, senza essere della Lega o di AN. Ma la sicurezza potrebbe esserci solo se ci fosse vita serena per tutti. Il bisogno ed il disagio rendono violenti. Le famiglie di migranti integrati sono serene - se non felici -, perché hanno trovato dignità sociale ed economica. Questo è il primo punto all'ordine del giorno per qualsiasi politica seria per i migranti e la sicurezza. Perché anche io voglio la sicurezza.
Ora... non so cosa facesse esattamente nella vita Abdul G. (originario del Burkina Faso). Quello che so è che stamattina (domenica ore 6.00) è morto sotto i colpi implacabili di due uomini. Colpi di mazza e spranga contro il suo cranio. Immaginate: il cranio di un essere umano rotto dalle ripetute percosse con delle armi. Dure. Ricordate quando vi siete fatti l'ultimo bernoccolo? Faceva male, vero? Adesso immaginate quanta violenza su Abdul. Violenza omicida. Su un "negro". Forse un giovane lavoratore. Forse (forse: leggeremo nelle prossime ore) un teppista, forse un ladruncolo. Ma pur sempre un essere umano, che se rubava, sicuramente non era integrato (ed essere integrato significa poter essere felice).
Quanta violenza.
Vi lascio alle parole di Ascanio Celestini.
A propostito... Abdul era italiano.
(per approfondimenti: http://www.repubblica.it/2008/04/sezioni/cronaca/milano-razzismo/aggredito-sprangate/aggredito-sprangate.html)
1 commento:
Auguri :D
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