In realtà questo non mi è mai piaciuto, però visto che ha abbinato la molfettesità agli UK... ha guadagnato un bel po' di punti :P
mercoledì, ottobre 29, 2008
Puglia international
Vabbè... con qualche forzatura...
In realtà questo non mi è mai piaciuto, però visto che ha abbinato la molfettesità agli UK... ha guadagnato un bel po' di punti :P
In realtà questo non mi è mai piaciuto, però visto che ha abbinato la molfettesità agli UK... ha guadagnato un bel po' di punti :P
domenica, ottobre 26, 2008
Dove nasce la società?
nella classe (entre les murs)
Sì, sì... è un po' una forzatura. Ma ci sta tutta. La forzatura. La scuola è il primo momento in cui l'individuo si confronta in un contesto autenticamente plurale. Socialmente, culturalmente e politicamente plurale. Senza mediazioni. Un ambiente teoricamente protetto, ma pur sempre vero. La Classe, Palma d'oro a Cannes 2008 come miglior film, rappresenta la babele della nostra socità.
Laurent Cantet (il regista) dice del film "Desideravo mostrare la scuola in tutta la sua complessità contemporanea: i ragazzi non imparano nulla e i professori non sono sempre certi che ciò che fanno sia giusto". In realtà la pellicola va oltre. La società contemporanea non è in grado di comunicarsi: ciascuno non ha che il proprio ruolo da giocare meccanicamente, diventandone schiavo. Lo scarto generazionale, sociale e culturale (/razziale) è troppo grande per essere colmato dall'indifferenza del realismo.
Il film è forte, perché riesce a farci immaginare con precisione una realtà che i più in Italia (me per primo) non conoscono. Almeno per quanto riguarda le sfumature razziali. Per il resto non credo che cambi molto in qualsiasi alta periferia del Paese.
Sì, sì... è un po' una forzatura. Ma ci sta tutta. La forzatura. La scuola è il primo momento in cui l'individuo si confronta in un contesto autenticamente plurale. Socialmente, culturalmente e politicamente plurale. Senza mediazioni. Un ambiente teoricamente protetto, ma pur sempre vero. La Classe, Palma d'oro a Cannes 2008 come miglior film, rappresenta la babele della nostra socità.
Laurent Cantet (il regista) dice del film "Desideravo mostrare la scuola in tutta la sua complessità contemporanea: i ragazzi non imparano nulla e i professori non sono sempre certi che ciò che fanno sia giusto". In realtà la pellicola va oltre. La società contemporanea non è in grado di comunicarsi: ciascuno non ha che il proprio ruolo da giocare meccanicamente, diventandone schiavo. Lo scarto generazionale, sociale e culturale (/razziale) è troppo grande per essere colmato dall'indifferenza del realismo.
Il film è forte, perché riesce a farci immaginare con precisione una realtà che i più in Italia (me per primo) non conoscono. Almeno per quanto riguarda le sfumature razziali. Per il resto non credo che cambi molto in qualsiasi alta periferia del Paese.
Mi sono chiesto più volte, dopo aver visto il film, cosa avrebbe pensato la Gelmini nel vederlo. Mi è venuto da ridere.
E poi... mi sono detto anche che... che mi sarebbe piaciuto fare l'insegnante. E' un mestiere nobile, almeno quanto difficile. Forse è per questo che più della metà degli insegnanti non hanno ancora capito che mestiere fanno.
E poi... mi sono detto anche che... che mi sarebbe piaciuto fare l'insegnante. E' un mestiere nobile, almeno quanto difficile. Forse è per questo che più della metà degli insegnanti non hanno ancora capito che mestiere fanno.
venerdì, ottobre 24, 2008
la giovane Puglia
cresce sotto la cenere
La settimana scorsa avevo inaugurato una rubrica: ogni lunedì avrei promosso musica emergente. Questo lunedì, però, ero in Albania. Ad arricchirmi. Ovviamente non ho scritto niente sul blog :)
Beh, la ricchezza che si guadagna fuori dalla propria terra è preziosa, straordinaria. E' bellissimo conoscere, scoprire, capire, confrontarsi. E' meraviglioso immergersi nel mondo. A patto, però, che questo non ci squagli in un indistinto sugo di niente. A patto che viaggiare, conoscere, serva a crescere, ad essere migliori.
In ogni caso fa bene guardarsi indietro. Soprattutto quando si scopre che la propria terra continua a produrre ricchezze, nonostante l'inquinamento morale e culturale del nostro tempo e della nostra politica. Recupero oggi la rubrica (parlando di una giovanissima e bravissima - anche se forse un po' acerba - musicista di... Bisceglie). Forza Erica.
La settimana scorsa avevo inaugurato una rubrica: ogni lunedì avrei promosso musica emergente. Questo lunedì, però, ero in Albania. Ad arricchirmi. Ovviamente non ho scritto niente sul blog :)
Beh, la ricchezza che si guadagna fuori dalla propria terra è preziosa, straordinaria. E' bellissimo conoscere, scoprire, capire, confrontarsi. E' meraviglioso immergersi nel mondo. A patto, però, che questo non ci squagli in un indistinto sugo di niente. A patto che viaggiare, conoscere, serva a crescere, ad essere migliori.
In ogni caso fa bene guardarsi indietro. Soprattutto quando si scopre che la propria terra continua a produrre ricchezze, nonostante l'inquinamento morale e culturale del nostro tempo e della nostra politica. Recupero oggi la rubrica (parlando di una giovanissima e bravissima - anche se forse un po' acerba - musicista di... Bisceglie). Forza Erica.
mercoledì, ottobre 22, 2008
Nella Repubblica delle aquile
i giovani parlano minimo tre lingue
Parliamo dell'Albania. Sì: parliamo degli albanesi. Albanese... si pronuncia quasi con vergogna, una parola che ormai si utilizza persino a mo' d'offesa. E' capitato anche a me, in Italia, di ricevere l'appellativo di "albanese" - visto che sono pugliese -, oppure... ho ascoltato diverse volte battute su gommoni e abbigliamento albanese. Sì: per gioco. Per scherzare sulla Puglia che ha accolto decine e decine di migliaia di persone albanesi. Intanto però... si giocava con le parole e le parole sono pietre.
Beh... io l'Albania l'ho vista. Ci sono stato solo tre giorni per lavoro e, ovviamente, non l'ho girata in lungo e in largo come mi sarebbe piaciuto. Sono stato a Tirana, in uno dei call center della mia società. E' stata un'esperienza umana e professionale straordinaria. Mi si è aperto il cuore. Questi ragazzi hanno voglia di fare, voglia di riscatto sociale. Studenti volenterosi, impegnati, talvolta di livello culturale non comune. Ciascuno conosceva almeno tre lingue (albanese, italiano e inglese). La TV Albanese fa poca produzione, ma trasmette cinema e TV italiana, inglese, tedesca con i sottotitoli in albanese. Sin da piccoli si abituano a confrontarsi con culture diverse.
Chiaramente non tutta l'Albania è così. Come in Italia ci sono le aree più sviluppate e quelle meno ricche. Tirana, alla fine, è la capitale di un Paese europeo (non è certo Asia l'Albania). Le nuove generazioni albanesi appartenenti al ceto medio sono in tutto e per tutto uguali alle nuove generazioni italiane. Dall'abbigliamento (anche se talvolta è molto vario e un po' anni '70. Ma solo a volte) fino agli interessi culturali. C'è di tutto. Parlano di calcio (tifano squadre italiane), deridono l'isola dei famosi e la Talpa, parlano con orgoglio della loro terra.
Personalmente considero un bene che l'occidente stia investendo in Albania: questo non è un aspetto negativo della globalizzazione. Peraltro in Albania ci sono forme di tutela dei lavoratori molto diverse da noi, ma comunque efficaci (su questo però vorrei documentarmi meglio). L'Albania, secondo me, è destinata ad avere uno sviluppo molto interessante nei prossimi anni.
Intanto... vorrei avere la loro conoscenza delle lingue. Vabbé... posso aspettare... finché il nostro premier sarà questo qui...
Beh... io l'Albania l'ho vista. Ci sono stato solo tre giorni per lavoro e, ovviamente, non l'ho girata in lungo e in largo come mi sarebbe piaciuto. Sono stato a Tirana, in uno dei call center della mia società. E' stata un'esperienza umana e professionale straordinaria. Mi si è aperto il cuore. Questi ragazzi hanno voglia di fare, voglia di riscatto sociale. Studenti volenterosi, impegnati, talvolta di livello culturale non comune. Ciascuno conosceva almeno tre lingue (albanese, italiano e inglese). La TV Albanese fa poca produzione, ma trasmette cinema e TV italiana, inglese, tedesca con i sottotitoli in albanese. Sin da piccoli si abituano a confrontarsi con culture diverse.
Chiaramente non tutta l'Albania è così. Come in Italia ci sono le aree più sviluppate e quelle meno ricche. Tirana, alla fine, è la capitale di un Paese europeo (non è certo Asia l'Albania). Le nuove generazioni albanesi appartenenti al ceto medio sono in tutto e per tutto uguali alle nuove generazioni italiane. Dall'abbigliamento (anche se talvolta è molto vario e un po' anni '70. Ma solo a volte) fino agli interessi culturali. C'è di tutto. Parlano di calcio (tifano squadre italiane), deridono l'isola dei famosi e la Talpa, parlano con orgoglio della loro terra.
Personalmente considero un bene che l'occidente stia investendo in Albania: questo non è un aspetto negativo della globalizzazione. Peraltro in Albania ci sono forme di tutela dei lavoratori molto diverse da noi, ma comunque efficaci (su questo però vorrei documentarmi meglio). L'Albania, secondo me, è destinata ad avere uno sviluppo molto interessante nei prossimi anni.
Intanto... vorrei avere la loro conoscenza delle lingue. Vabbé... posso aspettare... finché il nostro premier sarà questo qui...
mercoledì, ottobre 15, 2008
Condanna a morte
per Roberto Saviano
C'è una canzone dei Modena che sentirei ogni giorno. Come una preghiera, come un monito. L'ho già messa qui su questo blog. "Cento passi". Un Peppino Impastato (non solo uno) in Italia lo abbiamo già avuto. Basta così. Roberto Saviano affronta a muso duro la camorra. Lo stato lo deve proteggere. E deve vincere questa guerra. La deve vincere perché Roberto Saviano ha svegliato l'orgoglio non solo di Casal del Principe, ma di tutto il Sud soffocato dalle mafie. Le mafie TEMONO la dignità della gente. E' per questo che vogliono ammazzare Saviano, perché Saviano ha puntato un occhio di bue dove prima c'era buio, silenzio, omertà. Dove la cultura del popolo osanna come eroi i cani bastardi che inquinano l'anima di una terra bella come la Campania.
Saviano ha scelto. La sua scelta è senza ritorno. La camorra non dimentica. Anche dopo dieci anni fa pagare il suo conto. Lo stato, le istituzioni, però, non durano dieci anni. Le istituzioni, lo stato ci sono. Sempre. 'Sta volta lo devono dimostrare.
Per il resto questo video, che tanto ci ha fatto sorridere da giovani, è una delle cose più orribili che sia stato mai prodotto. Rappresenta l'egemonia culturale delle mafie in campania. Quello che a noi fa sorridere, per la camorra è inno all'orgoglio ed alla dignità per il "mestiere" dell'assassino.
C'è una canzone dei Modena che sentirei ogni giorno. Come una preghiera, come un monito. L'ho già messa qui su questo blog. "Cento passi". Un Peppino Impastato (non solo uno) in Italia lo abbiamo già avuto. Basta così. Roberto Saviano affronta a muso duro la camorra. Lo stato lo deve proteggere. E deve vincere questa guerra. La deve vincere perché Roberto Saviano ha svegliato l'orgoglio non solo di Casal del Principe, ma di tutto il Sud soffocato dalle mafie. Le mafie TEMONO la dignità della gente. E' per questo che vogliono ammazzare Saviano, perché Saviano ha puntato un occhio di bue dove prima c'era buio, silenzio, omertà. Dove la cultura del popolo osanna come eroi i cani bastardi che inquinano l'anima di una terra bella come la Campania.
Saviano ha scelto. La sua scelta è senza ritorno. La camorra non dimentica. Anche dopo dieci anni fa pagare il suo conto. Lo stato, le istituzioni, però, non durano dieci anni. Le istituzioni, lo stato ci sono. Sempre. 'Sta volta lo devono dimostrare.
Per il resto questo video, che tanto ci ha fatto sorridere da giovani, è una delle cose più orribili che sia stato mai prodotto. Rappresenta l'egemonia culturale delle mafie in campania. Quello che a noi fa sorridere, per la camorra è inno all'orgoglio ed alla dignità per il "mestiere" dell'assassino.
martedì, ottobre 14, 2008
11 ottobre a Roma
500.000 in corteo, ma nessuno ne ha parlato
Non devo ribadire qui che non sono un rifondarolo, che sono un riformista. Però l'11 ottobre ero nel corteo. Rosso. Intenso. Belle facce, bello spirito. Eppure, mi sembrava di essere ad un corteo di addio. Per ora ci sono i rimborsi elettorali e si sono potuti organizzare i pullman da tutt'Italia a prezzo politico, ma come si farà per i prossimi mesi, per i prossimi anni? Come si farà dopo le europee con vergognosa la legge elettorale che si sta scrivendo? Quella che non consentirà alla sinistra di entrare nel parlamento europeo. Tagliare i fondi, tagliare la rappresentanza, lasciare che la sinistra arcobaleno muoia. O PD o niente.
Non so come andrà a finire questa storia. Non lo so proprio. La mia speranza è che il PD si arricchisca di una parte della sinistra. Ricordiamolo a tutti i lettori di questo blog: il PD non fa parte del PSE. Nel PD la sinistra ha una cittadinanza clandestina. Vi lascio con questo video. Niente di particolare, solo immagini del corteo. Un corteo che ha condotto 500.000 persone in piazza. Vedremo cosa succederà con il PD. Io sarò ancora qui.
Non so come andrà a finire questa storia. Non lo so proprio. La mia speranza è che il PD si arricchisca di una parte della sinistra. Ricordiamolo a tutti i lettori di questo blog: il PD non fa parte del PSE. Nel PD la sinistra ha una cittadinanza clandestina. Vi lascio con questo video. Niente di particolare, solo immagini del corteo. Un corteo che ha condotto 500.000 persone in piazza. Vedremo cosa succederà con il PD. Io sarò ancora qui.
lunedì, ottobre 13, 2008
La Puglia che si fa sentire
deve andare fuori per farsi sentire
Per approfondire:
http://www.rockit.it/magazine/album.php?x=00008097
http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendid=129166621
Ho deciso di inaugurare una rubrica su questo blog. Nel senso che ogni lunedì - per quanto mi sarà possibile - cercherò di proporre realtà artistiche emergenti. Soprattutto artisti del sud. Beh... soprattutto artisti pugliesi. In questo caso... sono emergenti per modo di dire. Molti già conosceranno gli Studio Davoli con il leccese Gianluca de Robertis alle tastiere. Da qualche mese l'ecclettico de Robertis in duo con l'incantevole voce di Alessandra Contini impazza su tutte le TV musicali con il nuovo progetto "Il Genio".
Probabilmente molti di voi già conosceranno il sound elettronico ed ammaliante di "Pop Porno". Per gli altri... accostatevi al video con humor e leggerezza.
Buon ascolto: anche questa è Puglia. Anche quando vive a Milano.
Probabilmente molti di voi già conosceranno il sound elettronico ed ammaliante di "Pop Porno". Per gli altri... accostatevi al video con humor e leggerezza.
Buon ascolto: anche questa è Puglia. Anche quando vive a Milano.
Per approfondire:
http://www.rockit.it/magazine/album.php?x=00008097
http://profile.myspace.com/index.cfm?fuseaction=user.viewprofile&friendid=129166621
venerdì, ottobre 10, 2008
E' arrivata la bufera
è arrivato il temporale
Se c'è una cosa che mi è sempre stata sul cazzo è la finanza. Soprattutto con quell'insulso aggettivo "alta". Sarà che sono alto 1.70 e in TV li prendono solo da 1.80 in su. Per carità... penso che comprare e vendere azioni sia legittimo, in qualche misura anche opportuno. Ma quello che si fa nelle borse è altra cosa. Tant'è che si dice "giocare in borsa". Giocare. Come puffare. Quando non sai che verbo usare puoi sempre usare il verbo puffare. In borsa si puffa. Si puffa sui risparmi dei poveri cristi.
La finanza è giusta e legittima nella misura in cui - appunto - finanzia l'economia reale. Tutto il resto è criminale, cazzo. Non esiste. Sono convenzioni arbitrarie da considerare alla stregua del regolamento di un Monopoli senza basi reali. Non so come spiegarlo, senza fare il catastrofista, ma le borse oggi sono diventate dei vespasiani dove tanti burattini muniti di vescica vanno a pisciare, pensando di espellere champagne. Un titolo può andare su o giù anche quando l'Azienda che lo ha messo in vendita è sana/sanissima. Non esiste collegamento.
Ma per produrre economia servono finanziamenti. La borsa li crea. Mi auguro che l'Europa non solo risponda in tempi brevi - prima che cominci la recessione che l'occidente subirà entro un paio d'anni - ma che stabilisca regole solide e serie perché i mercati finanziari non siano più i bazar che sono ora. Serve una nuova Bretton Woods.
E il PD abbia le palle di dire che questo capitalismo ha nuovamente fallito.
La finanza è giusta e legittima nella misura in cui - appunto - finanzia l'economia reale. Tutto il resto è criminale, cazzo. Non esiste. Sono convenzioni arbitrarie da considerare alla stregua del regolamento di un Monopoli senza basi reali. Non so come spiegarlo, senza fare il catastrofista, ma le borse oggi sono diventate dei vespasiani dove tanti burattini muniti di vescica vanno a pisciare, pensando di espellere champagne. Un titolo può andare su o giù anche quando l'Azienda che lo ha messo in vendita è sana/sanissima. Non esiste collegamento.
Ma per produrre economia servono finanziamenti. La borsa li crea. Mi auguro che l'Europa non solo risponda in tempi brevi - prima che cominci la recessione che l'occidente subirà entro un paio d'anni - ma che stabilisca regole solide e serie perché i mercati finanziari non siano più i bazar che sono ora. Serve una nuova Bretton Woods.
E il PD abbia le palle di dire che questo capitalismo ha nuovamente fallito.
martedì, ottobre 07, 2008
Sfruttati a nero
ma gli illegali sono loro
Questo week-end sono stato a Caserta. Io e la mia ragazza ci incontriamo di tanto in tanto a Caserta, perché è a metà strada tra Molfetta e Roma. Sabato e domenica Caserta era immersa in un mare nero. Un mare di persone di colore che ha inondato le strade del capoluogo campano. Polizia, carabinieri, vigili urbani. E lavoratori. Tanti lavoratori. E' da domenica sera che volevo scrivere questo post, ma la sera arrivo a casa praticamente come uno zombie (con le faccende di casa da finire, visto che non le ho fatte nel fine settimana). Oggi mi sono imposto di scrivere. Perché domenica è stato davvero bello. Elenco, senza troppe riflessioni, le impressioni che ci siamo scambiati io e Lory nello stare nel bel mezzo dell'iniziativa.
- Erano praticamente tutti di colore. Noi e pochi altri eravamo bianchi (diciamo un 1%, escludendo le forze dell'ordine). Questo vuol dire che tutt'al più il casertano tollera, ma non integra. Ci sentivamo strani. Eravamo "diversi". Ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo capito come si possa sentire una persona di colore in mezzo a tante persone bianche. Eravamo diversi. E, nonostante i nostri studi, le nostre famiglie, le nostre storie ed il nostro orgoglio sentivamo di non avere le stesse cose che avevano tutti gli altri. Loro erano la massa, il gruppo, la normalità. Noi no.
- Molti di loro sorridevano. Erano felici. Si sentivano a casa. Nessuno di loro parlava italiano. Parlavano tra loro nella loro lingua. La presentazione del concerto è stata in inglese. Io e Lory abbiamo capito poco di quello che hanno detto dal palco. Molti di loro avevano capito tutto.
- Ho visto quattro coppie di ragazzi (uomini) di colore mano nella mano. Erano sereni. Potevano essere loro stessi. Gay e di colore, ma nessuno li giudicava: non dovevano nascondersi.
- Alcuni di loro erano vestiti in modo bizzarro. Nel senso che avevano abiti pseudo-occidentali, con improbabili abbinamenti tra giacche e pantaloni occidentali, come se volessero scimmiottare necessariamente gli italiani (perdendo un proprio stile). Altri erano vestiti in stile hip hop. Altri con abiti tradizionali della propria terra. Tutti sembravano essersi messi i vestiti della festa. Per loro era la festa.
- Io e Lory abbiamo discusso molto (quasi litigato) sul fatto che gli uomini e le donne di colore sono di un'eleganza impressionante. Per lei sono eleganti solo gli uomini. Per me anche (e non solo) le donne. Comunque tutti sembrano che passino una vita in palestra, ma in realtà sono solo nati così: eleganti e muscolosi :)
- Molti di loro avevano facce di lavoratori. Sono pesone che hanno DIRITTO ai DIRITTI. Gente che lavora tutto il giorno per sopravvivere e per far sopravvivere la propria famiglia di appartenenza. Tra loro ci sarà stato senza dubbio qualche balordo e farabutto, ma... pensate che se mettessimo insieme un gruppo di italiani di pari dimensione numerica, troveremmo meno balordi? Io no.
Peccato che sul tema dell'immigrazione non ho mai avuto il piacere di leggere un commento su questo blog.
- Erano praticamente tutti di colore. Noi e pochi altri eravamo bianchi (diciamo un 1%, escludendo le forze dell'ordine). Questo vuol dire che tutt'al più il casertano tollera, ma non integra. Ci sentivamo strani. Eravamo "diversi". Ci siamo guardati negli occhi ed abbiamo capito come si possa sentire una persona di colore in mezzo a tante persone bianche. Eravamo diversi. E, nonostante i nostri studi, le nostre famiglie, le nostre storie ed il nostro orgoglio sentivamo di non avere le stesse cose che avevano tutti gli altri. Loro erano la massa, il gruppo, la normalità. Noi no.
- Molti di loro sorridevano. Erano felici. Si sentivano a casa. Nessuno di loro parlava italiano. Parlavano tra loro nella loro lingua. La presentazione del concerto è stata in inglese. Io e Lory abbiamo capito poco di quello che hanno detto dal palco. Molti di loro avevano capito tutto.
- Ho visto quattro coppie di ragazzi (uomini) di colore mano nella mano. Erano sereni. Potevano essere loro stessi. Gay e di colore, ma nessuno li giudicava: non dovevano nascondersi.
- Alcuni di loro erano vestiti in modo bizzarro. Nel senso che avevano abiti pseudo-occidentali, con improbabili abbinamenti tra giacche e pantaloni occidentali, come se volessero scimmiottare necessariamente gli italiani (perdendo un proprio stile). Altri erano vestiti in stile hip hop. Altri con abiti tradizionali della propria terra. Tutti sembravano essersi messi i vestiti della festa. Per loro era la festa.
- Io e Lory abbiamo discusso molto (quasi litigato) sul fatto che gli uomini e le donne di colore sono di un'eleganza impressionante. Per lei sono eleganti solo gli uomini. Per me anche (e non solo) le donne. Comunque tutti sembrano che passino una vita in palestra, ma in realtà sono solo nati così: eleganti e muscolosi :)
- Molti di loro avevano facce di lavoratori. Sono pesone che hanno DIRITTO ai DIRITTI. Gente che lavora tutto il giorno per sopravvivere e per far sopravvivere la propria famiglia di appartenenza. Tra loro ci sarà stato senza dubbio qualche balordo e farabutto, ma... pensate che se mettessimo insieme un gruppo di italiani di pari dimensione numerica, troveremmo meno balordi? Io no.
Peccato che sul tema dell'immigrazione non ho mai avuto il piacere di leggere un commento su questo blog.
giovedì, ottobre 02, 2008
Anno 0
eppure siamo tutti moderni
Mi sento sempre più retorico a parlare di immigrati. Mi secca, ma è così. Me ne sono accorto. A volte è così difficile passare dalle parole ai gesti quotidiani. Ho già parlato della paura che assale un cittadino romano quando vede un gruppo di migranti che gli si avvicinano. Se c'è una cosa che odio è l'ipocrisia. Per questo ribadisco sempre l'aspetto della paura. Non amo il manicheismo. In politica non esiste.
Però tutto questo balletto di preamboli mi permette di essere autenticamente vero quando dico che detesto la discriminazione, quando dico che occorre discernere per capire. La discriminazione nasce dall'assenza di discernimento. Le persone non sono uguali tra loro per un fatto di pelle, ma per una condizione sociale.
Anno 0 stasera si è occupata di razzismo. Tanti - troppi - episodi di immane violenza negli ultimi giorni hanno scioccato l'Italia (non tutta). Non sopporto più tutto questo. Eppure non ho ancora sentito una cazzo di risposta seria all'emergenza migranti (che poi significa emergenza povertà). Qualcuno potrebbe tornare a parlare ancora di voto amministrativo ai migranti con permesso di soggiorno? E di politiche per l'istruzione dei migranti (non lasciate agli enti locali). E di emergenza abitativa? E di progetti di integrazione? Tutto questo, sia chiaro, lo si faccia in concomitanza con le misure per la sicurezza e contro lo sfruttamento delle persone di colore.
Mi sento sempre più retorico a parlare di immigrati. Mi secca, ma è così. Me ne sono accorto. A volte è così difficile passare dalle parole ai gesti quotidiani. Ho già parlato della paura che assale un cittadino romano quando vede un gruppo di migranti che gli si avvicinano. Se c'è una cosa che odio è l'ipocrisia. Per questo ribadisco sempre l'aspetto della paura. Non amo il manicheismo. In politica non esiste.
Però tutto questo balletto di preamboli mi permette di essere autenticamente vero quando dico che detesto la discriminazione, quando dico che occorre discernere per capire. La discriminazione nasce dall'assenza di discernimento. Le persone non sono uguali tra loro per un fatto di pelle, ma per una condizione sociale.
Anno 0 stasera si è occupata di razzismo. Tanti - troppi - episodi di immane violenza negli ultimi giorni hanno scioccato l'Italia (non tutta). Non sopporto più tutto questo. Eppure non ho ancora sentito una cazzo di risposta seria all'emergenza migranti (che poi significa emergenza povertà). Qualcuno potrebbe tornare a parlare ancora di voto amministrativo ai migranti con permesso di soggiorno? E di politiche per l'istruzione dei migranti (non lasciate agli enti locali). E di emergenza abitativa? E di progetti di integrazione? Tutto questo, sia chiaro, lo si faccia in concomitanza con le misure per la sicurezza e contro lo sfruttamento delle persone di colore.
mercoledì, ottobre 01, 2008
Gli hanno fatto l'occhio NERO
la violenza cerca giustificazioni
'Sta volta è toccato ad Emmanuel. Lo hanno picchiato perché è "negro". Poi l'hanno arrestato. Perché cercava di scappare. Sono state le forze dell'ordine. Emmanuel, 22 anni, aveva lasciato lo zaino di scuola in aula (scuola media superiore serale) ed era uscito a fare due passi. Ma lo hanno scambiato per un farabbutto.
"Per capire un popolo devi conoscere la sua gente". Questo è il claim di una campagna di immagine del brand "Romania". A me piace. Molto. Perché dice la verità.
Vi lascio a Camera Caffè. A proposito... le Iene non sono più le stesse.
'Notte.
"Per capire un popolo devi conoscere la sua gente". Questo è il claim di una campagna di immagine del brand "Romania". A me piace. Molto. Perché dice la verità.
Vi lascio a Camera Caffè. A proposito... le Iene non sono più le stesse.
'Notte.
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