L'umiliazione della sconfitta sociale, talvolta, si arricchisce di ulteriori spregevoli particolari. Che reazione avrebbe l'uomo onesto e affamato nel vedere il suo simile indegno ostentare il potere e banchettare alla tavola del padrone? Si rassegna. Di fronte al suo simile vilmente vincente l'uomo onesto si deve rassegnare. Il suo simile con la ciotola d'oro e il collare di diamanti.
Non si tratta nemmeno più della legge del più forte. Questa è la legge del più debole: il più povero di spirito, il più squallido, il meno capace fa fortuna attraverso la pratica del crumiraggio e la vile interpretazione del gioco dello scambio. Il voto, il favore, il voto, l'amicizia, il voto, il piacere, il voto, la copertura, il voto, il potere.
Eppure, come Iago, l'uomo con il collare vive dentro ciascuno di noi. E a muovere la rivolta è l'invidia, non la virtù. Che sia rossa o nera la ciotola è il simbolo della nostra società. Cazzarola: sono un riformista, per la nonviolenza, credo nell'economia di mercato (come unico sistema possibile... oggi) eppure, leggendo alcune cose che scrivo, mi si potrebbe scambiare per un anarchico sovversivo. Ne discende il mio stato di cittadinanza politica: apolide. Sono un apolide. Lontano, distante da tutto e da tutti. Non per scelta, ma per condizione naturale. Eppure non mi sembra di dire cose tanto rivoluzionarie (monotone, banali ovvietà, semmai).
E allora, vigliaccamente, mi rifugio lontano dalla mia terra e la lascio violentare, giorno dopo giorno, dai suoi meschini amanti.
2 commenti:
Credi nell'"economia di mercato (unico sistema possibile... oggi)"? Ma se proprio oggi siamo di fronte al fallimento dell'economia di mercato, non privo di regole, né autoregolato bensi sottoposto a intrecci lobbistici che vanno al di là di ogni nostra immaginazione! Ma dai: proprio oggi è proprio il momento di NON credere più nell'economia di mercato! Apprezzo invece la tua presa di coscienza circa il tuo essere apolide (fuori da ogni presunzione, te lo avevo predetto!). Ora, per farti passare la rabbia, devi soltanto imparare a rispettare te stesso. La rabbia è spesso figlia della sensazione di fallimento. Ma non c'è fallimento se non c'è sfida leale. E non c'è sfida leale senza regole chiare e condizioni di gara paritarie. ;)
Io non vedo alternative credibili all'economia di mercato. Per pagare il welfare occorre denaro, per redistribuire la ricchezza occorre la ricchezza. Il discorso è complesso, contorto e le etichette (o gli slogan) non bastano.
E poi... parlare di economia di mercato... è come parlare di democrazia. Gli USA sono una democrazia, Israele è una democrazia, l'Italia di Berlusconi è una democrazia. Eppure... quanto è insopportabile la democrazia, quando diventa solo abuso di potere.
Economia di mercato non significa società di mercato, ma competizione CON regole. E le regole possono essere giuste o sbagliate, buone o cattive. A seconda di chi le scrive, di chi le applica e del perché sono state generate.
Il capitalismo moderno ha fallito. Ma il fallimento durerà poco per i maggiori azionisti: finché c'è possibilità di far margine ogni regola verrà piegata.
Se però la politica prevarrà rispetto agli interessi del mercato le regole non saranno più solo agevolazione per i gruppi dominanti.
PS: L'alta (e sporca) finanza non è una conditio sine qua non dell'economia di mercato.
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