venerdì, marzo 27, 2009

Ma che ti irridi?

disse la camera destra alla camera sinistra

Torno a scrivere sul blog dopo un discreto periodo di assenza dal web. Più di una volta avrei voluto farlo, ma... vabbè: questa è un'altra storia...

Quel che conta è che o stai zitto o parli il mondo continua a girare. Spesso in modo innaturale, per quanto subdolamente lecito. Perché è lecito tutto, ormai. E' lecito, non è scandaloso, che il Presidente (neoferroviere), mentre si atteggia a perfetto uomo di spettacolo, possa colpire con garbata violenza animale le istituzioni democratiche. Mi fischiano le orecchie, mi tremano le gambe: Silvio Berlusconi ha ipotizzato che a votare in Parlamento siano solo i Capi Gruppo.

Cosa è cambiato per gli italiani? Voglio dire... un istante prima di questa affermazione (poi rivenduta come mera provocazione, salvo poi ripeterla ieri) le vite di ciascuno seguivano il loro corso. Un istante dopo il corso delle vite di ciascuno è apparso non subire alcun mutamento. Niente.

Eppure... questo, a mio sommesso avviso, è l'atto più reazionario della storia della Repubblica Italiana. Finora in molti hanno detto che il nostro è un regime mascherato. Lo penso anche io, ma non per ragioni prettamente politiciste. Il punto è che se il disegno di Berlusconi dovesse prendere forma... l'egemonia culturale delle forze conservatrici abbatteranno ogni timido argine al nuovo fascismo. Il paradosso tragicomico è che il maggiore ostacolo a questo disegno sciagurato e apparentemente innocente si chiama Gianfranco Fini, il delfino di Giorgio Almirante.

"Il premier non irrida le Camere", dice. E mentre in questa affermazione si esprime tutta la meschinità dello scontro interno al PDL sulla dignità di esistenza di personalità e visioni diverse da quelle della leadership (stiamo parlando di dignità di esistenza, non di scontro per la leadership) noi assistiamo attoniti. O meglio... il Paese, le persone, continuano le loro vite, come se niente fosse. Gli osservatori, invece, tra l'incredulità e la leggerezza, aspettano per commentare.

La verità è che se tra qualche mese arriverà un disegno di legge per delegare il voto parlamentare ai soli Capi Gruppo, cari tutti, ... (sto cercando un modo edulcorato per dirlo)... (cazzo non lo trovo) ... (non voglio essere banale, ma...) ... (ok, lo dico senza bestemmie) il Parlamento, già in agonia, cadrà in un coma irreversibile.

lunedì, febbraio 09, 2009

Chiu pilu pi tutti

fatti di ordinaria amministrazione...
Minacce, ricatti, abusi, prepotenze, soprusi. Il vanto della mediocrità, il linguaggio del potere nell'era “democratica”. Mentre il treno sfreccia tra orti e campi verdi (ndr stavo tornando a Roma mentre scrivevo), rimbombano nella mia testa le parole dei miei amici che rimangono giù. La loro rabbia. La loro rassegnazione. Aneddoti, episodi, storie sul successo dei vincenti. Sul successo di chi non merita, ma comanda. Di chi non merita e si arricchisce. Il successo di chi vince nella vita per essere stato fedele al padrone. Come un cane. Fedeli al padrone, timorosi della sua ira, del suo potere. Schiavi, ma vincenti. Senza virtù, senza idee. Bavosi omuncoli, con le mani nel vasetto della marmellata.

L'umiliazione della sconfitta sociale, talvolta, si arricchisce di ulteriori spregevoli particolari. Che reazione avrebbe l'uomo onesto e affamato nel vedere il suo simile indegno ostentare il potere e banchettare alla tavola del padrone? Si rassegna. Di fronte al suo simile vilmente vincente l'uomo onesto si deve rassegnare. Il suo simile con la ciotola d'oro e il collare di diamanti.

Non si tratta nemmeno più della legge del più forte. Questa è la legge del più debole: il più povero di spirito, il più squallido, il meno capace fa fortuna attraverso la pratica del crumiraggio e la vile interpretazione del gioco dello scambio. Il voto, il favore, il voto, l'amicizia, il voto, il piacere, il voto, la copertura, il voto, il potere.

Eppure, come Iago, l'uomo con il collare vive dentro ciascuno di noi. E a muovere la rivolta è l'invidia, non la virtù. Che sia rossa o nera la ciotola è il simbolo della nostra società. Cazzarola: sono un riformista, per la nonviolenza, credo nell'economia di mercato (come unico sistema possibile... oggi) eppure, leggendo alcune cose che scrivo, mi si potrebbe scambiare per un anarchico sovversivo. Ne discende il mio stato di cittadinanza politica: apolide. Sono un apolide. Lontano, distante da tutto e da tutti. Non per scelta, ma per condizione naturale. Eppure non mi sembra di dire cose tanto rivoluzionarie (monotone, banali ovvietà, semmai).

E allora, vigliaccamente, mi rifugio lontano dalla mia terra e la lascio violentare, giorno dopo giorno, dai suoi meschini amanti.


domenica, febbraio 01, 2009

Scegliete...

barbone o immigrato?



Questa volta è capitato all'immigrato (che comunque dormiva in stazione, quindi rappresentava pienamente la casta dei paria). Così a Nettuno cinque imbecilli hanno picchiato selvaggiamente un trentacinquenne di colore. Un indiano, questa volta. Senza alcun motivo. Alcun motivo. Almeno finora non se ne conoscono. Le prime indiscrezioni rivelano, però, che i cinque power ranger avrebbero avuto come bersaglio o un immigrato o un barbone.

Insomma... un debole. Forti e violenti con i deboli. Una botta di vita per l'autostima di questi ragazzi biricchini: oh, anche loro hanno diritto a divertirsi. E la violenza diverte. Il cinema ce lo insegna. Anzi, come dice Quentin Tarantino (che adoro), il cinema è violenza. Ma la tragedia di stanotte alla stazione di Nettuno non è stata impressa su una pellicola, non è un film. E' la violenza che si impossessa del nostro quotidiano. Ma che cazzo ne parliamo a fare?

"ERRATA CORRIGE": Gli imbecilli sono tre (e non 5 come abbiamo letto inizialmente sulla stampa online).

lunedì, gennaio 19, 2009

Valzer con Bashir

quando la mente non regge il ricordo



Ci sono tanti modi per sporcarsi le mani. E l'anima. Valzer con Bashir affronta in modo crudo (senza fronzoli) e originale non solo le drammatiche giornate di Sabra e Shatila, ma anche il personale dramma umano di un ebreo che rivive nel conflitto (e nella colpevole inerzia di fronte al massacro) le ataviche sofferenze del proprio popolo ed in primis quelle di Auschwitz.

Non voglio scrivere molto del film, nel caso qualcuno abbia intezione di vederlo (ve lo consiglio. Assolutamente). Vorrei solo rilevare l'attualità della pellicola. Non solo per i tristi avvenimenti di questi giorni (e speriamo che la tregua duri...), ma per il contrasto stridente che c'è tra le vite normali dei giovani israeliani (del tutto simili a quelle di qualunque coetaneo occidentale) arruolati nell'esercito e la disumana condizione di chi è lì per uccidere (ed essere ucciso).

Un contrasto tanto stridente, da doverlo rimuovere.

domenica, gennaio 11, 2009

Ciao Faber

Dieci anni



Sei immortale. Davvero immortale.

venerdì, gennaio 09, 2009

BUON 2009 e BUON intervallo a tutti

...3 ore



Approfitto di un break autoimposto per scrivere il mio primo post dell'anno sul blog. Avrei voluto farlo prima, con i miei auguri e soprattutto cominciando il 2009 in modo molto diverso. Parlando di speranza, parlando di cose belle, auspicando amore per tutti. Invece è la morte che prende ancora il sopravvento, imponendo imbarazzo per chi è felice, di fronte al dolore ed alla devastazione in medioriente.

E' dura, è dura. E se non si interviene subito in modo più autorevole e risoluto, temo, la guerra si estenderà. Partono spari anche dal Libano... Israele risponde. E dopo?