mercoledì, maggio 24, 2006

Tutto ha un prezzo?


Si chiedono se siano masochisti, ma capiscono subito che amano la vita. Li vedono come extraterrestri, ma capiscono che sono di carne, cuore e anima come tutti. Pensano, insomma, che siano dei fessacchiotti, ma spesso devono ricredersi. Si domandano dove (e perchè) trovino tanta energia e... non capiscono...

Dopotutto... fare riunioni su riunioni, iniziative, presidi, volantinaggi, discussioni; mettere i manifesti gratis per le campagne elettorali e referendarie; fare i rappresentanti di lista gratis, mentre i coetanei... ci guadagnano; rimanere fino a tardi la notte (e persino alzarsi alle 5.30 la mattina come oggi - sì, tra 3 ore e mezza in piedi) per "fare politica" non è privo di sacrifici...

Eppure... grazie Sinistra giovanile

"Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L' indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti. L'indifferenza è il peso morto della storia. L' indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. E' la fatalità; è ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che strozza l'intelligenza. Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l'assenteismo e l'indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un' eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch'io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo? Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto ad ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime. Sono partigiano, vivo, sento nelle coscienze della mia parte già pulsare l' attività della città futura che la mia parte sta costruendo. E in essa la catena sociale non pesa su pochi, in essa ogni cosa che succede non è dovuta al caso, alla fatalità, ma è intelligente opera dei cittadini. Non c' è in essa nessuno che stia alla finestra a guardare mentre i pochi si sacrificano, si svenano. Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti"
Antonio Gramsci, 11 febbraio 1917

martedì, maggio 23, 2006

La mafia si combatte ogni giorno

«Oggi gli italiani rivolgono il loro pensiero alla strage di Capaci, al tremendo assassinio di Giovanni Falcone, di sua moglie Francesca Morvillo, di Antonio Montinaro, di Rocco Di Cillo e Vito Schifani.

E’ una giornata segnata dal dolore per la perdita di un autentico eroe civile, di un uomo che aveva scelto di combattere la mafia e che aveva capito come farlo. Sapeva anche cosa gli sarebbe costato, ma questo non servì a fermarlo.

E’ una giornata segnata, tuttavia, anche dalla speranza e dalla consapevolezza.

Noi tutti sappiamo quanto la figura di Giovanni Falcone sia importante per i cittadini italiani, e in particolare per i giovani siciliani, che non vogliono perdere la speranza e la convinzione di contrastare ogni giorno, fino alla vittoria, questo nemico.

Ogni giorno, ciascuna iniziativa dedicata alla memoria di Giovanni Falcone costituisce un tassello di questa battaglia, un seme di giustizia, di passione civile, di liberazione, destinato a germogliare.

La battaglia contro la mafia richiede di agire con l’azione delle forze dell’ordine, la maturazione di una coscienza civile maggioritaria, la liberazione della politica e delle istituzioni dalle mille diramazioni del potere mafioso, l’avvio di una dinamica di sviluppo economico e sociale: dobbiamo impegnare le nostre energie, la nostra determinazione su tutti questi fronti, sapendo che possiamo fare affidamento su una grande leva di riscatto, su uno straordinario patrimonio di forza morale, quella che ci viene dall’esempio di Giovanni Falcone, di Paolo Borsellino e dei tanti servitori dello Stato caduti perchè l’Italia fosse una società di donne e uomini liberi e sicuri».


Piero Fassino

mercoledì, maggio 17, 2006

Listino prezzi!

Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare... navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser... (Blade Runner 1982).

In questi giorni ne sento di tutti i colori... Più d'uno mi ha detto "questa campagna elettorale è una guerra". Devi uscire con l'elmetto per strada (per me va bene, tanto non riesco mai a sistemarmi i capelli… se non per le fotografie). Ma, se sei furbo, ci sono anche i lati positivi... Per esempio vi avviso che ho cambiato metodo di raccolta del consenso. In una città moderna come la nostra non si può venir meno alla legge universale del "mercato". Quindi anch'io cercherò di essere competitivo, utilizzando sistemi collaudati di marketing politico: compro voti!

Prima di tutto definiamo il target. Generalmente ragazzi, preferibilmente al primo o al secondo voto. Poche speranze, molto bisogno di soldi, aria da chi ha capito tutto della vita, non troppo orgoglio (se non per difendere le proprie legittime “scelte”), scarsa considerazione del proprio voto e della sua utilità. Beh... la vendita del primo voto (non il voto) è un momento importante. Una sorta di debutto in società, di visita di leva (che ora non c’è più), di primo approccio con il sesso. Ci devi passare se vuoi sentirti apposto con la coscienza. Non tutti lo fanno proprio perché non tutti sono in gamba come chi lo fa. Forse qualcuno – i più ottusi – le prime volte non lo fanno… poi si scatenano… Infatti si potrebbe provare anche con qualche cittadino (?!?) “adulto”. Vogliamo provare?

Ci sono diverse offerte e tu puoi scegliere quella che più è confacente alle tue esigenze. Si va dal pagamento della prestazione del rappresentante di lista (rilasciando nome cognome e numero di sezione propria e dei propri parenti stretti), all’acquisto cumulativo (diciamo, per esempio, 100€ ogni sei voti). Diversamente ci sono contratti più agili e veloci: 30,40,50€ “se mi voti”. Poi c’è il secondo turno, il ballottaggio ed il business può raddoppiare. Dipende dal contesto, dal partito, dalla raffinatezza del proponente. E’ possibile immaginare anche forme di contratto più articolate che prevedono un’equa parcella al procuratore di voti. Per esempio… se io dovessi dare 50€ a voto, qualcuno potrebbe procurarmene sei e richiedere il giusto compenso (50x6=300€) pagando i 5 rimanenti clienti solo 20€ ciascuno. Bravo, sì. Questo è un giochetto furbo ;) . Magari potrei comprarmi proprio una lista o qualche associazione. Potrei comprarmi un sacco di cose, magari per tempo... per non rischiare in campagna elettorale...

Basta una stretta di mano ed uno sguardo complice, un sorriso e la sicurezza di un’utile amicizia. Poi ci sono metodi più tradizionali. Buoni benzina, cene, ingressi discoteca, alimenti… Sì, dai, quanti amici potrei far felice. Tutto sommato che problema ci sarebbe? Ora che ci penso… con qualche migliaio di € in più si potrebbe comprare una lista intera. Perché no? Così non avrei il problema di cercarmi i voti… basta comprare. Dopotutto… “sono tutti uguali”. Con quei 50€ si fa felice una persona. Può stare tranquilla per almeno altri 5 anni. 10€ all’anno. Ottimo! Il guadagno è evidente. Tanto la politica non dà da mangiare a nessuno. Almeno non a chi si trova fuori dal palazzo. I 50€, invece, sono veri, concreti. Un impegno concreto.

Come? Non si può? Non si possono comprare i voti? È illegale? Ah… scusate... Sì, sì scusate... No, vabbè, sapete… mi sono lasciato andare. Non vedete? Sto sorridendo in questo momento: stavo scherzando. Si giocava, non avevo intenzione di COMPRARE I VOTI. Non potrei farlo a Molfetta. Queste cose non succedono. Non qui. Non a Molfetta. Infatti: scusate. Chi venderebbe mai il proprio voto? E, soprattutto, chi lo comprerebbe? Nessuno. Sarebbe una cosa disgustosa, aberrante. Nessuna donna o uomo che si propone di servire la propria città potrebbe immaginare una cosa simile. Sono tutte barzellette… Figuriamoci… Queste cose non stanno né in cielo, né in terra. Siamo troppo intelligenti e amiamo troppo la nostra terra per fare una cosa del genere. Queste cose non le fa nessuno. TUTTI I CANDIDATI al Consiglio Comunale si candidano solo per senso civico e per contribuire allo sviluppo della propria comunità...

Ho visto cose che voi umani non potreste immaginare... navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione. E ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. È tempo di morire...” (Blade Runner 1982).

lunedì, maggio 15, 2006

Ricostruire lo sviluppo

Molfetta è una città dall’anima inquieta, posseduta dall’eterna lotta tra creatività e parassitismo. La laboriosità e l’estro dei suoi cittadini sono stati più volte controbilanciati dalla predilezione per le scorciatoie. Si intraprendono molte strade, la maggior parte delle volte con entusiasmo e trasporto, ma difficilmente le si percorrono fino in fondo. Forse è nella natura della città il cercare sempre una mediazione possibile, anche se questa caratteristica ha portato più di una volta ad uno scivolamento verso il baratto della propria bellezza, delle proprie risorse.

Non crediamo che ci siano ancora scorciatoie da percorrere, se non a rischio di compromettere definitivamente la coesione sociale, la capacità produttiva della città e il rapporto tra la sua storia e il territorio. L’illusione di fare sempre buoni affari – o di doverne fare – appare macchiata da un’eccessiva ingenuità. Siamo arrivati al punto focale: occorre ricostruire lo sviluppo. Nel senso di leggerne, interpretarne il divenire e di disegnare scenari meno angusti, guardando ad un orizzonte più ampio, che pacifica il Mediterraneo con la terraferma, la modernità con le vocazioni della Civitas, le risorse con le debolezze. Senza corse disperate verso la crescita a tutti i costi e senza distrarsi, vendendo pezzi di sé in cambio di vacue speranze.

Ricostruire lo sviluppo significa rielaborare ancora una volta l’antica arte della mediazione, ma senza scivolamenti verso il basso. Significa legare i tanti frammenti di storia ed esperienza in un mosaico di senso compiuto, cercare l’equilibrio delle diversità pulsanti del territorio, trovare la sintesi dei conflitti aperti, rispecchiarsi e riconoscersi nell’insieme molteplice di cui ogni percorso è parte. Significa fare sistema.

da "Ricostruire lo sviluppo"


Mercoledì presento il libro. Voi ci sarete?
Corrado

mercoledì, maggio 10, 2006

Oltre 700 candidati

Oltre 700 candidati, tanti, tanti soldi che girano, interessi che s’intrecciano, volantini, santini, fac-simili, schede, manifesti, favori, promesse, strette di mano, sorrisi di plastica...

E poi le parole… quante parole… “Mò sì giòvene, mò ca crisc te n’avvìrt!”, “Taue mò sì adaccssì, ma po’ adà fa come o senetore…”, “Vabbè, sai… tu sei un bravo ragazzo, però quelli che stanno dietro a te…”, “…noooo, magari erano tutti come a te, però cure deve trovare il posto di lavoro a mio figlio”, “Sinde, aie t vote, ma taue cè m dè?”

Volete che continui l’elenco delle cose che ho dovuto sentire in questi cinque anni di militanza politica? Per piacere, no: ho appena finito di mangiare. Lo posso dire (che ho appena finito di mangiare e non voglio alterare la digestione)? Beh, sì: sono sul mio blog e posso parlare senza peli sulla lingua. Dopotutto, se non vi va di leggere o scrivere, potete cambiare pagina.

Che poi è proprio quello che vorrei fare io: cambiare pagina. Lo so, lo so: non c’è mai il tempo, non c’è mai la possibilità, non ci sono mai le condizioni… Eppure da qualche parte si dovrà pur cominciare. Io comincio da qui: dalla mia città. E voi?

…sono aperto alle provocazioni!!!

Corrado